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Transizioni superconduttive ad alta efficienza

(Rinnovabili.it) – Una tecnologia tutta italiana che apre nuove prospettive sulla superconduttività ad alta temperatura. È quella sviluppata nei laboratori dell’Università Cattolica di Brescia, in collaborazione con quelli T-Rex della Sincrotrone Trieste S.C.p.A e dell’Università di Trieste, che stanno cercando di ingegnerizzare un meccanismo capace di portare alla superconduttività a temperatura ambiente. Stando a quanto sostenuto dai ricercatori, gli elettroni presenti negli ossidi di rame superconduttori sarebbero legati in coppia tra loro attraverso fluttuazioni della polarizzazione magnetica e non attraverso un meccanismo che ne deforma la struttura cristallina.

Si tratta di una tecnologia che, una volta messa a punto, consentirebbe di sviluppare dispositivi in grado di lavorare senza surriscaldarsi, di trasportare energia con alte efficienze e senza dispersioni e di produrre campi magnetici assai elevati, fondamentali sia per il settore medico che per quello dei trasporti. La collaborazione tra Italia, Svizzera, Canada e Stati Uniti che ha dato vita alla ricerca, avrebbe dunque chiarito nel dettaglio la natura delle forze alla base della superconduttività ad alta temperatura. Quando la corrente elettrica passa attraverso un filo di rame, infatti, si genera una dispersione di energia sotto forma di calore; in strutture più complesse, come gli ossidi di rame, la transizione superconduttiva raggiunge temperature persino 10 volte maggiori. Facile immaginare, dunque, le ricadute derivanti da questa scoperta.

 

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