Approderà in Sala Rossa nei prossimi giorni il nuovo Piano Regolatore dell’Illuminazione comunale (PRIC), destinato a soppiantare l’analogo documento adottato nel 2000. La commissione Ambiente, presieduta da Marco Grimaldi, ne ha terminato oggi l’esame, liberando il provvedimento per l’aula al termine di un incontro al quale hanno partecipato l’assessore Enzo Lavolta e alcuni responsabili di Iren.
Negli ultimi anni, è stato sottolineato nel corso dell’incontro, l’illuminazione pubblica in città – che nel 2011 è costata a Palazzo Civico 23,4 milioni di euro, equamente suddivisi tra consumi e costi di gestione – è cambiata notevolmente. Dal 2000, i “centri luminosi” sono cresciuti del 33% e i lumen (la quantità di luce emessa) del 43%, e questo a fronte di un aumento della potenza pari al 10% soltanto. Tra il 2007 e il 2011, anzi, il consumo è anche sceso da 75,5 milioni a 72,1 milioni di KWh. E contemporaneamente, il flusso di luce dispersa verso l’alto, che la legge regionale fissa oggi al 5%, l’anno scorso si è attestato al 4,7% (contro un dato del 2010 che lo vedeva superare il 10%), con l’obiettivo si scendere al 2,7% man mano che si procederà con il rinnovo delle installazioni (7.000 vecchie lampade al mercurio saranno sostituite entro l’estate). Già oggi, dall’Osservatorio del Pino (e quindi, dall’alto), i “punti luce” cittadini realmente visibili sono circa 3.000 sui 96.000 totali, hanno spiegato i tecnici di Iren, aggiungendo che in primavera sarà pronto il nuovo sistema di telecontrollo dell’illuminazione pubblica, che sostituirà quello attivo dal 1992.
Il PRIC di prossima adozione, che comprende anche un rinnovato Piano della luce decorativa (PLD), si fonda sulla necessità di conciliare l’esigenza di una buona illuminazione – fondamentale per la sicurezza della città ma anche per la valorizzazione paesaggistica e architettonica – con il risparmio energetico, oggi prioritario sia per i costi che per la tutela ambientale.
Gli obiettivi, riassunti nella deliberazione che sarà oggetto del voto in Sala Rossa, sono quindi la valorizzazione dei luoghi urbani, la razionalizzazione degli impianti di illuminazione (lampade e supporti), con la conservazione di impianti storici e caratteristici della città, il rinnovo programmato degli impianti, la limitazione del flusso luminoso verso l’alto e il risparmio energetico. Per quanto riguarda l’illuminazione decorativa, l’orientamento è quello di superare la logica che la limita ai monumenti del centro per individuare anche in aree periferiche quei “segni di riconoscimento” (chiese, ponti, fontane, monumenti…) che le caratterizzano e che possono essere resi fruibili anche in ore notturne. Il nuovo PRIC recepisce inoltre le evoluzioni della legislazione regionale degli ultimi anni sulla riduzione dell’inquinamento luminoso e la salvaguardia dei bioritmi naturali delle piante e degli animali (alcune zone naturalistiche, ad esempio il parco del Meisino, dovranno avere un flusso luminoso verso l’alto non superiore all’1% invece del 5% generalmente fissato).
Il PRIC è anche connesso con il Piano Urbano del Traffico e il Piano di mobilità sostenibile (PUMS): le caratteristiche dell’illuminazione saranno congruenti con le classificazioni delle strade, seguendo criteri riferiti a sicurezza della circolazione pedonale e veicolare, intensità del traffico, presenza di aree commerciali o verdi.