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Tassazione dell’energia, l’Europa mette mano alle imposte

Tassazione dell'energia
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Ecco la proposta di aggiornamento per la Direttiva sulla Tassazione dell’energia

 (Rinnovabili.it) – In che modo le norme UE sulla tassazione dell’energia possono contribuire al raggiungimento dell’obiettivo climatico 2030? La Commissione europea è partita da questa domanda per riformulare l‘Energy Taxation Directive, il provvedimento del 2003, che ancora oggi stabilisce norme strutturali e aliquote minime di accisa per la tassazione dei prodotti energetici. All’interno della politica energetica UE, i singoli Stati membri sono liberi di applicare le proprie imposte purché vengano rispettate le aliquote minime fissate in sede comunitaria. Un compito ampiamente rispettato dai Ventisette. Ma dopo ben 18 anni, la direttiva appare piuttosto obsoleta. E soprattutto incapace di riflettere il nuovo quadro climatico-energetico dell’UE.

La proposta, presentata dall’esecutivo all’interno del pacchetto Fit for 55, mira a modificare il modo in cui i prodotti energetici sono tassati nell’Unione Europea. E ad affrontare gli effetti dannosi della concorrenza fiscale sull’energia, aiutando a garantire agli Stati membri “entrate sicure da imposte verdi meno deleterie per la crescita rispetto alle imposte sul lavoro”. Nella pratica ciò si traduce con minori sussidi ed esenzioni fiscali per le fonti più inquinati. Aggiornando il passo con i nuovi prodotti energetici, come l’idrogeno verde e i biocarburanti avanzati. 

Come ambieranno le imposte sull’energia?

L’aggiornamento della tassazione dell’energia è incentrato su due principali aree di riforma: una nuova struttura delle aliquote fiscali; l’ampliamento della base imponibile, con rimozione di alcune esenzioni.

Sul fronte aliquote, tutte le tariffe minime saranno espresse in euro su GJ (gigajoule) per consentire il confronto diretto tra i diversi prodotti energetici. E ordinate secondo una graduatoria che terrà conto sia del contenuto energetico reale che delle prestazioni ambientali. Nel dettaglio:

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Per quanto riguarda la base imponibile, la nuova direttiva sulla tassazione dell’energia amplia il campo di applicazione per includere prodotti o usi energetici precedentemente esclusi. Un esempio? I processi mineralogici. “Allo stesso tempo – spiega Bruxelles –  saranno soppresse diverse esenzioni e riduzioni di aliquote nazionali e gli Stati membri avranno un margine nettamente ridotto per fissare aliquote inferiori ai minimi per settori specifici. Ciononostante resteranno possibili diverse aliquote ridotte, come quelle per l’elettricità […] e per le industrie del settore primario come l’agricoltura”.

Fiscalità energetica e fragilità sociale

L’odierna proposta include anche la possibilità che gli Stati membri esentino le famiglie vulnerabili e in situazioni di precarietà energetica dalle tasse per riscaldamento e elettricità. Tale esenzione mirata contribuirà a sostenere e proteggere i cittadini vulnerabili durante la transizione verso fonti energetiche più pulite. Spiega il commissario all’economia, Paolo Gentiloni“I nostri sforzi per affrontare il cambiamento climatico devono essere politicamente ambiziosi […] coordinati a livello globale e socialmente equi. Stiamo aggiornando le nostre regole di tassazione dell’energia vecchie di 2 decenni per incoraggiare l’uso di combustibili più ecologici e ridurre la concorrenza fiscale dannosa sull’energia”.

 

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