Approvato il progetto di parere che chiede di fissare al 40% l'obiettivo di risparmio energetico entro il 2030, al posto del 30% proposto da Bruxelles
(Rinovabili.it) – Prima l’obiettivo sulle energie rinnovabili ora il target su efficienza energetica e risparmio. L’Europarlamento continua a lavorare per innalzare l’asticella dell’ambizione contenuta nel pacchetto energia pulita per tutti della Commissione Europea.
Nei giorni scorsi il Comitato per l’Industria e l’Energia (ITRE) si è espresso a favore di un maggior impegno per la Direttiva REDII. Ora è la volta del Comitato per l’Ambiente (ENVI) che nella riunione di ieri a Strasburgo ha votato l’aumento dell’obiettivo vincolante, proposto dalla Commissione europea in materia di efficienza energetica, dal 30% a un 40%.
Il progetto di parere, presentato dalle relatrice Jytte Guteland, è stato accolto con 32 voti a favore a fronte di 12 contrari e 12 astensioni. La posizione dell’ENVI chiede dunque un 40% come target sull’efficienza energetica e che gli Stati membri fissino i propri obiettivi nazionali vincolanti tenendo conto del fatto che nel 2030 il consumo energetico dell’Unione non debba superare 1.129 Mtoe di energia primaria e 825 Mtoe di energia finale.
I deputati chiedono anche che l’UE si impegni a lungo termine per misure di efficienza energetica che vadano oltre il 2030 “per assicurare la stabilità, la sicurezza degli investimenti e quale strumento chiave per raggiungere gli obiettivi stabiliti per il 2050”.
Important win for Europe today on Energy Efficiency! ENVI confirmed EP position of 40% EU target, nationally binding measures for MS.
— Jytte Guteland (@JytteGuteland) 7 settembre 2017
Ma i lavoro fatto dal Comitato ambiente mira soprattutto ad eliminare le scappatoie inserite nel testo attuale. La legislazione sull’efficienza energetica obbliga gli Stati membri a risparmiare ogni anno l’equivalente dell’1,5% dell’energia venduta ai consumatori ma permette anche di esentare il settore dei trasporti da tale obbligo e di ridurre la percentuali in presenza di azioni di risparmio energetico avviate dalla fine del 2008, ma che continuino ad avere un impatto nel 2020. Le analisi – si legge nelle motivazioni dell’ENVI che aboliscono tali scappatoie – mostrano che la flessibilità prevista dall’articolo 7 riduce il tasso effettivo dei risparmi energetici medi dall’1,5 allo 0,75% l’anno. “Per raggiungere gli obiettivi vincolanti di efficienza energetica è necessaria una maggiore addizionalità”.
Focus quindi sulla povertà energetica: i deputati hanno approvato un nuovo emendamento che recita:
“Con oltre 50 milioni di nuclei domestici nell’Unione colpiti dalla precarietà energetica, le misure di efficienza energetica devono essere al cuore di ogni strategia efficace in termini di costi intesa ad affrontare la precarietà energetica e la vulnerabilità dei consumatori e che sia complementare alle politiche di previdenza sociale a livello di Stato membro”.
La richiesta è che le misure di retrofit energetico, soprattutto a livello edilizio, siano rivolte in maniera particolare a quanti non dispongono dei mezzi per fare gli investimenti necessari. La parola ora passa alla Commissione ITRE, che metterà ai voti la posizione definitiva dell’Eurocamera il 28 novembre.