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Superbonus edilizia: esteso il raggio d’azione ma arrivano i primi no

Fillea-Cgil e Legambiente definiscono “deludente” l’accordo di maggioranza sulla modifica all’articolo 119 del DL Rilancio. L’emendamento depositato amplia la platea dei beneficiari dell’ecobonus 100% prolungando il super incentivo fino al 2022.

superbonus edilizia
Foto di Stefano Ferrario da Pixabay

Novità e proposte in tema di superbonus edilizia

(Rinnovabili.it) – Novità in arrivo per il superbonus edilizia, la misura fiscale inserita del DL Rilancio per agevolare le riqualificazioni energetiche e antisismiche degli immobili. Lo scorso venerdì in Commissione Bilancio alla Camera sono stati depositati gli emendamenti al progetto di conversione in legge e tra le modifiche proposte ne è arrivata una riguardante l’articolo 119.

L’emendamento in questione, supportato da tutta la maggioranza, tocca uno degli elementi forse più delicati del nuovo superbonus edilizia: i beneficiari della detrazione. Come spiegato dall’onorevole Martina Nardi, capogruppo Pd in commissione Attività produttive di Montecitorio, la modifica proposta amplia il raggio d’azione della detrazione fiscale, originariamente prevista solo per i condomini e le villette unifamiliari “prima casa”. “Abbiamo lavorato con le altre forze politiche di maggioranza per offrire un emendamento che estenderà la platea dei beneficiari: dalle seconde case non di lusso al terzo settore, contemplando alberghi ed altre tipologie di costruzioni”. Via libera dunque a impianti sportivi, strutture ricettive, scuole paritarie ed eventualmente ai singoli appartamenti nei condomini, qualora non vi siano impianti centralizzati.

Non solo. La proposta di modifica estende il superbonus del 110% anche livello temporale, proponendo (con un aumento delle risorse) di farlo valere anche per tutto il 2022. “L’80% degli edifici residenziali in Italia (pari a oltre 10 milioni di immobili) è relativamente vecchia, essendo stata costruita prima del 1990”, ha aggiunto la deputata. “È facile quindi prevedere che, potendo cedere il credito, saranno tantissimi i proprietari pronti ad effettuare una riqualificazione edilizia a costo zero”.

Eppure è proprio questo “tantissimi” a preoccupare oggi sindacati e ambientalisti. Fillea-Cgil e Legambiente hanno firmato stamane un comunicato congiunto per evidenziare gli aspetti critici dell’attuale formulazione per il nuovo ecobonus 110%. L’opinione comune è che le modifiche premino la logica degli interventi a pioggia “non vincolati a chiari obiettivi di risparmio energetico delle famiglie e di messa in sicurezza del patrimonio edilizio”. E che non offrano alcun garanzia contro eventuali lavori irregolari. 

Come spiegano Alessandro Genovesi, Segretario generale della Fillea Cgil e Edoardo Zanchini, Vice presidente di Legambiente, vi sono alcuni elementi chiave con cui è possibile mettere il nuovo super ecobonus per l’edilizia sul giusto percorso. “Sostenere un’edilizia verde legata alla rigenerazione; assicurare una riduzione del fabbisogno energetico del 50%da realizzare congintamente a interventi di miglioramento antisismico degli edifici; vincolare gli incentivi pubblici alla presentazione di un certificato di regolarità e congruità lavorativa (noto come DURC di Congruità, che certifica la quantità minima di ore di lavoro per cantiere, come già avviene per esempio per gli incentivi legati alla ricostruzione nel Centro Italia)”.

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“Queste proposte –  aggiungono Genovesi e Zanchini – le ritroviamo in diversi emendamenti presentati dalla maggioranza, chiediamo quindi al Governo e alle diverse forze parlamentari che hanno già dichiarato di sostenere le proposte di Fillea e Legambiente di approvarli in Commissione. Proprio perché si tratta di risorse pubbliche in una dimensione senza precedenti di spesa, occorre garantire che non solo sostengano la ripresa economica dopo il fermo Covid, ma che alimentino un modello di sviluppo più sostenibile e che crei lavoro stabile e regolare”.