(Rinnovabili.it) – Fumata bianca per l’ecobonus 65%: il Governo si impegna finalmente a dare continuità alle detrazioni Irpef sulle riqualificazioni energetiche in edilizia per i prossimi tre anni. Negli ultimi due anni il celebre incentivo ha “vissuto alla giornata”. Il rinnovo di questa misura fiscale è arrivato di anno in anno sempre sul filo del rasoio. Un’apatia che, in molti casi, non ha permesso di sfruttare a pieno questa misura a causa dei tempi necessari per la deliberazione e realizzazione dei lavori. E ciò nonostante i calcoli effettuati dal CRESME evidenzino come l’applicazione delle agevolazioni per il retrofit edilizio abbiano generato, nell’intero periodo di riferimento, che va dal 1998 ad oggi, un gettito nettamente positivo per le finanze pubbliche.
Ora però il Senato approvato un testo di indirizzo unitario che impegna il Governo a stabilizzare l’agevolazione del 65 per cento nel triennio 2017-2019. L’ok arriva al termine della discussione in Assemblea di sei mozioni presentate da diversi gruppi. Dopo la discussione generale è intervenuto il Vice Ministro dell’economia Morando affermando di condividere le premesse di tutte le mozioni, ma mettendo le mani avanti su molte delle proposte specifiche, come quella di ridurre i tempi del recupero delle spese sostenute o di rendere definitivamente stabile la misura.
“Io sono venuto qui, questa sera, – ha commentato Morando – a nome del Governo per dire quanto segue. Siccome il Governo riconosce fondata questa valutazione, è d’accordo ad accettare l’impegno, a partire dal 2017 – adesso l’ecobonus è in vigore e non c’è alcun bisogno di dirlo per il 2016 – a stabilizzare quel complesso di misure che chiamiamo ecobonus 65% per un triennio, e non per sempre, come invece tutte le mozioni – o quasi tutte, per la verità – propongono”. “Dire stabilizzare vuol dire per sempre, ma noi abbiamo degli operatori che hanno bisogno di sapere che nel 2025 ci sarà l’ecobonus? Non escludo che qualche caso ci sia ma, se stiamo parlando degli investitori e delle famiglie, è tendenzialmente vero l’opposto. Se dico oggi che nel 2025 sarà in vigore, temo che quei vantaggi economici, sociali e ambientali, di cui chi ha parlato si occupa e s’intende molto più di me, vengano a non essere conseguiti a causa del rinvio nel tempo dell’investimento”.