Rinnovabili • Rinnovabili •

Sen: completamente disallineata dall’Accordo di Parigi

Gli Stati Generali della Green Economy bocciano la Strategia: un quadro troppo ottimistico sull'efficienza energetica e le fonti rinnovabili

Sen

 

(Rinnovabili.it) – Tra gli obiettivi della Sen 2030 e quelli dell’Accordo di Parigi esiste un gap considerevole. Una lontananza che si acuisce ancor di più guardando al futuro a lungo termine. A sottolineare questa sorta di disallineamento tra la strategia energetica nazionale e il patto climatico mondiale sono oggi gli Stati Generali della Green Economy, pubblicando alcune delle orssvazioni presentate alla consultazione pubblica del MiSE. Il documento, elaborato dal Gruppo di lavoro Politiche climatiche ed energetiche, composto da oltre 50 tra esperti e rappresentanti di associazioni di diversi settori, sottolinea un aspetto importante: l’adozione dei target del Pacchetto europeo clima ed energia, che è già oggi insufficiente a conseguire gli obiettivi di Parigi, porta a sovrastimare il carbon budget realmente disponibile per l’Italia.

 

>>Leggia anche Strategia energetica nazionale (SEN), il testo in consultazione<<

 

Secondo gli esperti, per limitare l’aumento della temperatura media globale tra 1,5 e 2°C rispetto al periodo pre-industriale le emissioni italiane di gas serra dovrebbero dimezzarsi tra il 1990 e il 2030, mentre lo scenario di riferimento utilizzato nella SEN prevede un taglio del 30% (oggi il taglio conseguito è già di circa il 20%).

 

Inoltre il documento critica anche le valutazioni ottimistiche fatte in materia di efficienza energetica e fonti rinnovabili.

 

“Sul lato dell’efficienza si fanno continui riferimenti al fatto che l’Italia, che ha valori di intensità energetica (ossia quantitativi di energia consumata per unità di PIL) inferiori agli altri partner europei, sia già a buon punto. Ma, considerando anche le differenze in termini di clima o di struttura produttiva, e guardando non solo al valore assoluto ma agli avanzamenti compiuti negli ultimi anni, l’Italia in realtà farebbe peggio della media e delle altre principali economie europee”.

 

Anche per quanto riguarda le green energy c’è qualche intoppo: i buoni risultati raggiunti in passato e considerati oggi la base di partenza della Sen sono in realtà stati messi in crisi dal forte rallentamento nella crescita di queste tecnologie. Una crisi che, nel settore della produzione elettrica, ha portato addirittura per la prima volta nella storia recente a un calo della produzione rinnovabile e a una ripresa di quella da fonti fossili, con le emissioni che sono passate da 309 gCO2eq nel 2014 a 331 nel 2016).