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Il ruolo delle Utilities nella transizione energetica

Tra nuove sfide e opportunità il settore energetico sta rapidamente cambiando. Per accompagnare le trasformazioni serve un nuovo ecosistema digitale, che coniughi efficienza e sostenibilità, e l’esperienza di un’azienda come Schneider Electric

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Via depositphotos.com

In collaborazione con Schneider Electric

Utilities, il futuro è green e digitale

(Rinnovabili.it) – La transizione ecologica sta offrendo enormi opportunità al settore della distribuzione elettrica, non solo stimolando le utilities ad orientare asset e attività in un percorso di crescita sostenibile ma anche rendendole dei fari nel percorso globale verso l’abbattimento delle emissioni. Tuttavia, il trend verso l’energia pulita si unisce ad una serie di fattori esogeni ed endogeni che stanno profondamente e rapidamente cambiando il mercato. Dalla diffusione della generazione distribuita alla crescita della domanda, dagli effetti dell’emergenza climatica a quelli della crisi energetica, dal processo di elettrificazione all’aumentata consapevolezza ambientale degli utenti: per le aziende della distribuzione è in atto un cambiamento capace di ridefinirne il ruolo e il panorama in cui operano. Aprendo le porte a nuove sfide e rischi su cui è impossibile chiudere gli occhi. 

Tenere il passo e (dove possibile) anticipare il cambiamento ha ovviamente un costo finanziario ma rimanere immobili presenta rischi ben maggiori, in grado di mettere in pericolo l’attività – tecnicamente ed economicamente – così come la stessa la reputazione e la capacità di adeguarsi ad un contesto normativo in evoluzione. Come possono le utilities, dunque, prepararsi alle nuove sfide, senza perdere terreno verso le zero emissioni e bilanciando tutti i fattori in gioco? 

Una risposta arriva dalla strategia Elettricità 4.0 di Schneider Electric, una formula fatta di digitalizzazione ed elettrificazione dei consumi in grado di garantire una sostenibilità a 360° e un futuro più verde ed efficiente. L’approccio della multinazionale, attiva nella trasformazione digitale della gestione energetica e dell’automazione, è in grado rendere l’energia “intelligente”, dando vita a nuovi modelli di distribuzione, gestione, risparmio ed equipaggiando le aziende di distribuzione con i giusti strumenti per essere protagoniste della transizione. 

D’altra parte l’elettricità rappresenta il vettore numero uno della decarbonizzazione. Grazie all’energia elettrica è possibile velocizzare il passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili e ampliare l’accesso all’energia, mentre con le nuove tecnologie si riducono gli sprechi e se ne ottimizza l’utilizzo. Con netti miglioramenti sul fronte ambientale (riduzione dell’inquinamento), climatico (riduzione della CO2) ed economico.

Rinnovabili, decentramento ed elettrificazioni dei consumi

Il progressivo impatto sulla rete delle rinnovabili non programmabili assieme al decentramento della produzione hanno aumentato la necessità di soluzioni che forniscano flessibilità e adeguatezza al sistema. Un bisogno destinato ad accentuarsi in futuro. Lo scenario principale della IEA prevede che la capacità rinnovabile globale riuscirà toccare i 2.400 GW (quasi il 75% in più rispetto ad oggi) entro il 2027 e che gran parte di questa accelerazione sarà legata ad impianti fotovoltaici ed eolici (dati del report Renewables 2022). 

Per le aziende della distribuzione non si tratta delle uniche sfide da affrontare. Riuscire ad assicurare resilienza e sicurezza sono oggi preoccupazioni all’ordine del giorno, che crescono con l’intensificarsi degli eventi meteo estremi. Nel contempo la generazione distribuita sta portando a nuovi modelli di business e opportunità per le società dei servizi, mentre la tendenza verso una maggiore elettrificazione e dunque verso nuovi equilibri tra domanda e offerta, mette inevitabilmente le utilities in prima linea nel processo di decarbonizzazione.  

Per approfondire la questione abbiamo parlato con Lorenzo Mineo, Vice Presidente della Business Unit Power System di Schneider Electric Italia. 

Dott. Mineo, quali sono, secondo la sua esperienza, le maggiori sfide che le utilities di distribuzione stanno affrontando in questo momento?

Per bilanciare sfide e potenzialità da sfruttare, le utilities devono concentrarsi su innovazione ed efficienza mantenendo al tempo stesso competitivi i prezzi. Ciò che serve è un nuovo ecosistema digitale che supporti una gestione del sistema energetico in maniera attiva accompagnando le trasformazioni man mano che la transizione ecologica avanza.  

In realtà, le società elettriche sono state vere e proprie pioniere digitali negli anni ‘70, utilizzando le tecnologie emergenti per facilitare la gestione e il funzionamento delle reti. Ma oggi il progresso deve essere inserito in quadro più ampio per assicurare un futuro non solo più efficiente e dunque più conveniente, ma anche più decarbonizzato e resiliente. In questo senso, le tecnologie attuali possono avere un enorme impatto sull’efficienza degli asset e delle reti di distribuzione migliorando tutti i livelli delle operazioni delle utilities: dall’infrastruttura fisica, incrementando la sicurezza e l’efficienza del sistema (anche nei confronti degli eventi meteo estremi) con strategie di manutenzione predittiva e monitoraggio,  fino agli strumenti che si possono offrire ai clienti finali per aiutarli ad avere un maggiore controllo sui loro consumi.

Inoltre, il digitale  facilita l’integrazione delle fonti rinnovabili assicurando maggiore flessibilità ed adeguatezza al sistema elettrico. 

Ci può spiegare come Schneider Electric lavora assieme al settore della distribuzione elettrica e come riesce a coniugare progresso e sostenibilità? 

Accompagniamo il settore nella transizione con la nostra capacità di innovazione, che risponde ai mega trend della digitalizzazione, decarbonizzazione e alle trasformazioni legate alla diffusione delle rinnovabili. Basiamo la nostra proposta su una piattaforma, EcoStruxure for Power & Grid, che risponde “end to end” a queste esigenze e che supporta il ruolo fondamentale delle utilities nel percorso net zero. Un esempio è lo sviluppo di tecnologie che utilizzano l’aria al posto del gas SF6 per l’isolamento dei sistemi di media tensione: una innovazione che abbiamo sviluppato e brevettato e che è assolutamente distintiva, in quanto l’SF6 è uno dei gas serra più potenti ed è già avviato un percorso normativo per la sua dismissione. 

L’aumento della generazione distribuita su piccola scala e la nuova ondata di CER e prosumer metteranno sempre più alla prova gli operatori delle reti. Che aiuto possono fornire nel concreto le tecnologie digitali? Esiste già oggi una soluzione in grado di gestire questo cambiamento?

Oggi il mercato elettrico non è più incentrato sulla semplice attività di vendita e fornitura di energia. La nuova rivoluzione dell’autoproduzione e autoconsumo virtuale così come le possibilità offerte dal demand response, richiedono alle utilities nuove funzioni e capacità. Si tratta di sviluppare piattaforme per le microgrid e considerare anche la generazione off-grid – e concepire ognuno di questi elementi in modo che possa essere integrato anche nella rete “tradizionale” senza rischi di disponibilità e di interruzioni dell’alimentazione. Le piattaforme EcoStruxure per le Microgrid che proponiamo sfruttano le potenzialità del digitale, algoritmi specifici e funzionalità evolute per consentire questa evoluzione. 

Con il maggior utilizzo di dispositivi connessi e abilitati all’IoT nei sistemi di distribuzione elettrica cresce anche l’esigenza di ottimizzare le strategie di sicurezza informatica. Quanto conta per Schneider Electric questo aspetto?

La cybersecurity è un aspetto fondamentale: è il pilastro su cui si deve basare la digitalizzazione dei sistemi di distribuzione elettrica. Le infrastrutture critiche sono uno dei target preferiti degli attacchi informatici e bisogna agire su tutti i livelli per prevenire e mitigare i rischi. Il nostro approccio prevede una integrazione end-to-end della cybersecurity dal componente ai sistemi di controllo, fino agli applicativi evoluti: teams dedicati di professionisti specializzati supportano il cliente nell’analizzare la sua situazione ed eventuali elementi critici e adottare le necessarie contromisure. La complessità è tanta, perché si sommano le potenziali vulnerabilità OT sulle tecnologie operative e le vulnerabilità del livello più propriamente IT, ma si può affrontare. Altro elemento fondamentale è la formazione del personale, la consapevolezza di chiunque operi nelle utilities – dal manager al personale in campo – della necessità di evitare comportamenti a rischio di cyber attacchi.  

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