Un ricerca del Massachussets Institute of Technology sta sperimentando una tecnologia capace di sopperire all’intermittenza delle FER
Dopo aver testato vari composti chimici, il team di ricercatori ha individuato quelli funzionali alla riuscita del progetto, peraltro materiali, come spiegato da Donald Sadoway, il professore di chimica dei materiali del MIT autore dell’articolo pubblicato sul Journal of American Chemical Society, abbondanti in natura e poco costosi: magnesio per l’elettrodo negativo (strato superiore), una miscela di sale contenente cloruro di magnesio per l’elettrolita (strato intermedio) e antimonio per l’elettrodo positivo (livello inferiore). Il sistema funziona a una temperatura di 700 gradi Celsius: con le alte temperature gli atomi di magnesio (nel polo negativo) perdono 2 elettroni e diventano ioni di magnesio che, attraverso l’elettrolita, migrano verso l’elettrodo positivo, dove, grazie a una lega con l’antimonio, riacquistano 2 elettroni e tornano a essere normali atomi di magnesio. Un sistema semplice, insomma, che potrebbe avere risvolti assai importanti per il settore una volta ottimizzato ed è questa la sfida che sta portando avanti il team del MIT.