Maggiore semplificazione, una cabina di regia unica ma anche un impegno condiviso per recuperare i ritardi accumulati sul fronte attuativo. Questa la ricetta per sostenere il comparto delle green energy
(Rinnovabili.it) – Quanta energia spreca la burocrazia? Questa la domanda che ha aperto oggi a Roma la conferenza promossa dal Movimento 5 Stelle e dedicata all’analisi dei principali ostacoli allo sviluppo di rinnovabili ed efficienza energetica. Tra una serie di inconcepibili ritardi, inadempienze burocratiche e un labirinto di norme il più delle volte poco chiare, la crescita del patrimonio energetico sostenibile del Belpaese sta perdendo terreno e future chance. A rivelare le incongruenze del sistema è il documento elaborato da AiCARR e Nextville.it con il contributo del coordinamento Free, che mette in luce vuoti e caos normativi che attualmente ostacolano il comparto della green economy nostrana. Negli ultimi due anni sono state adottate importanti Direttive Europee sia sul fronte delle energie rinnovabili che quello dell’efficienza energetica, la cui piena attuazione dipende da numerosi Decreti Attuativi emananti sempre con enorme ritardo. La conseguenza è una sola: il comparto industriale ed edilizio sono senza strumenti, bloccati in una fase d’attesa dai tempi imprevedibili.
E rimanendo nel settore dell’efficienza energetica, all’appello mancano anche i provvedimenti attuativi per le “Prescrizioni e requisiti minimi in materia di prestazioni energetiche degli edifici” e per l’aggiornamento modalità di progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici. Senza contare, aggiunge il Girotto, che spesso e volentieri “gli enti che devono emanare le norme tecniche elaborano interpretazioni personali di provvedimenti, fuori uscendo dai confini della legge stessa”. Emblematico il caso del ritardo nell’emanazione del Decreto di aggiornamento dei regimi di sostegno per la produzione delle Fer elettriche per il periodo 2016-2020 (previsto espressamente dal D. Lgs. 28/11) o quello del D.Lgs 28/11 che prevedeva venisse emanato entro il 29 giugno 2011 un DM per la semplificazione dei procedimenti per le piccole istallazioni e le pompe di calore, oggi soggette a procedure inutilmente complesse, e soprattutto difformi a seconda della Regione.
Accanto ad una profonda necessità di semplificazione, appare anche quella di una cabina di regia unica per il comparto. “E’ necessario – ha affermato de Santoli – istituire un’unità di missione per l’efficienza energetica nell’edilizia all’interno del consiglio dei Ministri” al pari di quanto avviene oggi per il rischio idrogeologico, che si occupi come prima cosa di dare esecuzione all’obiettivo di intervenire su almeno il 3% della superficie coperta climatizzata ogni anno dal 2014 al 2020 degli edifici della Pubblica Amministrazione Centrale.