Non vi sono i requisiti costituzionali per infilare la riforma delle tariffe elettriche nel decreto Milleproroghe. Ma il governo lo ha fatto
(Rinnovabili.it) – Il governo è andato contro la Costituzione e ha scavalcato il Parlamento. Parole dure quelle dell’associazione Italia Solare, che ha scritto al presidente della Repubblica con la speranza di scongiurare «l’ennesimo colpo di mano per affossare l’autoconsumo e l’efficienza energetica con le nuove tariffe per gli utenti industriali».
È appena passata una riforma delle tariffe elettriche osteggiata da tutto il mondo dell’ambientalismo e delle rinnovabili, perché zavorra le energie pulite a favore delle fossili, e l’esecutivo già riprende l’opera di affossamento del settore.
Al centro del mirino di Italia Solare c’è il decreto Milleproroghe, sul quale il governo chiederà la fiducia. In esso, denuncia l’associazione di operatori del fotovoltaico, «sono previste agevolazioni per gli utenti elettrici industriali. Agevolazioni condivisibili ma insensate per la forma con la quale sono state concepite» (LEGGI DI PIU’).
In pratica, le disposizioni contenute nel decreto modificano dal 1 gennaio 2016 la struttura della componente più significativa della bolletta, gli oneri di sistema, capovolgendo il principio di progressività della tariffa. Non varrà più la regola “più consumi, più paghi” e in questo modo nessuno sarà più incentivato a investire nell’efficienza energetica o nell’autoproduzione.
La norma è particolarmente odiosa per il mondo delle rinnovabili, perché non si riferisce ad alcun termine da prorogare. Non vi sarebbe dunque ragione per inserirla in un decreto Milleproroghe. Inoltre, vi è anche margine per opporre l’incostituzionalità, dal momento che è stata promulgata tramite decreto legge quando «mancava completamente dei requisiti di necessità e urgenza richiesti dall’Articolo 76 della Costituzione». Il decreto è uno strumento legislativo delicato, che tuttavia è utilizzato come una scorciatoia da tutti gli ultimi governi.
Il senatore del Movimento 5 Stelle, Gianni Girotto, ha già sollevato la questione in I° Commissione Affari Costituzionali: «Il Governo faccia marcia indietro – chiede il senatore – Eviti di dare la sponda alle lobby e si schieri con i reali settori produttivi del Paese per costruire un modello energetico decentrato, efficiente e rinnovabile».