Redistribuzione delle tariffe tra diverse tipologie di famiglie e maggiore semplificazione. La riforma delle tariffe elettriche dell'AEEGSI promette maggiore equità ma le critiche restano
(Rinnovabili.it) – Parte la riforma della bolletta elettrica italiana Con l’approvazione ieri della delibera 582/2015/R/eel, l’Autorità per l’Energia (AEEGSI) dà il via al processo di revisione delle tariffe elettriche, rispondendo a quanto chiestoci dall’Europa con la direttiva comunitaria 27/2012 sull’efficienza energetica. A partire dal 1° gennaio 2016 e seguendo un processo graduale lungo tre anni, la riforma della bolletta elettrica andrà a colpire 30 milioni di utenti domestici. E “colpire” sembra essere il termine più adatto da usare se si considerano quelli che saranno i principali risultati di questa revisione strutturale: le tariffe elettriche aumenteranno a chi consuma meno a favore delle utenze più energivore.
Strano ma vero: come spiega la stessa Authority, si tratta semplicemente di uniformarsi agli altri paesi europei, superando l’attuale struttura progressiva delle tariffe di rete e degli oneri generali di sistema, che vede il costo unitario del kWh crescere per scaglioni all’aumentare dei prelievi.
Stop alla struttura progressiva delle tariffe
La domanda nasce spontanea: cosa c’è di sbagliato in un sistema – come quello attuale – che fa pagare di più chi consuma di più? Risponde l’AEEGSI che il sistema a scaglioni che la riforma vuole cambiare si basa su sussidi incrociati tra consumatori in cui, chi utilizza un maggior quantitativo di energia, a parità di costi per il servizio, paga anche qualcosa per chi consuma di meno. “Al termine del processo di riforma, strutturato in 3 anni, quindi dal 1° gennaio 2018, la tariffa di rete (cioè i costi pagati per la trasmissione, distribuzione e misura dell’energia elettrica) e la tariffa per gli oneri di sistema (cioè i costi per sostenere attività di interesse generale per il sistema elettrico), in totale oltre il 40% della nostra bolletta, saranno uguali per tutti e per ogni livello di consumo”. In altre parole chi oggi ha bassi consumi andrà a pagare “l’esatto corrispettivo per il servizio che usa, non più agevolato, ma congruente con i costi”.
Per il ‘cliente tipo’ (con consumi medi di 2.700 kWh all’anno e una potenza di 3 kW) l’impatto della riforma – comprensivo delle imposte – potrebbe essere oggi stimato in 0,9 euro al mese nel 2016, 0,09 euro al mese nel 2017 e 0,76 euro al mese nel 2018, per una variazione totale stimabile tra 1 gennaio 2015 e 1 gennaio 2018 di 21 euro. La spesa media annuale passerebbe così dai 505 euro a 526 euro.
Cosa cambia con la riforma della bolletta elettrica?
Dal 1° gennaio 2016 cambieranno le tariffe per i servizi di rete, andando ad aumentare le quote fisse (per punto e per potenza) e riducendo di almeno il 25% l’entità del sussidio incrociato oggi esistente; inoltre verrà avviata la raccolta e la messa a disposizione dei clienti dei dati relativi ai valori di potenza massima prelevata.
Dal 1° gennaio 2017 ci sarà la piena applicazione della tariffa non progressiva per i servizi di rete e verrà effettuato il primo intervento anche sulla tariffa per gli oneri di sistema, limitando a 2 il numero di scaglioni di consumo annuo; verranno poi introdotte tutte le novità legate all’impegno di potenza, con l’offerta di un maggior numero di livelli tra cui scegliere.
Dal 1° gennaio 2018 la riforma sarà a regime, applicando la piena struttura non progressiva anche alla tariffa per gli oneri generali di sistema. Inoltre, verrà prolungata al 2016 la sperimentazione dell’attuale tariffa volontaria per le pompe di calore, consultando la possibilità di una sua estensione ad altri clienti domestici, anche per raccogliere ulteriori proposte dalle associazioni dei consumatori e ambientaliste.
Bonus sociale ed efficienza energetica
Per le famiglie a basso reddito, l’Autorità ha poi previsto di potenziare il bonus sociale in maniera che la riforma della bolletta elettrica non comporti per loro alcun aggravio di spesa. A regime, per neutralizzare ogni effetto, la stessa Autorità ha segnalato a Governo e Parlamento l’opportunità di rafforzare stabilmente il bonus, sia in termini di intensità, portando lo sconto sulla bolletta dall’attuale 20% fino al 35% della spesa, sia con un ampliamento della platea di chi ne ha diritto.
La riforma infine consentirà “di liberare il potenziale di installazione di apparecchiature elettriche efficienti (come ad es. pompe di calore, auto elettriche o piastre a induzione), oggi frenate dagli eccessivi costi di utilizzo per la progressività della tariffa”.