(Rinnovabili.it) – “Con la riforma dei Certificati Bianchi (o Titoli di efficienza Energetica) arriva l’ennesima stangata alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica”. Ad affermarlo è il senatore Gianni Girotto (M5S) facendo eco a quanto detto, in questi giorni, da diversi operatori e associazioni di settore. Il documento contenente le “Proposte per il potenziamento e la qualifica del meccanismo dei Certificati Bianchi” e reso pubblico lo scorso 30 luglio dal Ministero dello Sviluppo Economico, è ora in mano al Parlamento. Ma, nella forma attuale, il testo delude e preoccupa, prospettando un’ulteriore stangata al comparto delle green energy italiane. Tra gli elementi più critici e criptici, un passaggio del punto 6.2 della proposta di riforma, che recita:
“Si ritiene opportuno specializzare il meccanismo dei certificati bianchi alla sola promozione degli interventi di incremento dell’efficienza energetica. Si procederà pertanto alla revisione delle misure dedicate alle fonti rinnovabili, in un’ottica di promozione della componente di efficienza energetica invece che di mera produzione di energia rinnovabile e/o risparmio di energia fossile. Quindi, gli impianti di produzione di energia rinnovabile saranno ammissibili se ed in quanto connesse alla componente di efficienza energetica”.
La paura per molti è che nella pratica questo si traduca nell’annullamento dell’incentivo al fotovoltaico di piccola taglia in scambio sul posto fino a 20 kW, alle caldaie a biomassa e al solare termico. Secondo quanto definito al capitolo 7.2 inoltre, i progetti a consuntivo dovrebbero generare, nei primi 12 mesi un risparmio netto integrato di 40 Tep da realizzare in un unico sito. Il vincolo dell’unico sito preclude la possibilità di interventi di efficientamento caratterizzati da medesime problematiche e/o tecnologie siti in luoghi diversi, escludendo a priori, ad esempio, le mini reti di teleriscaldamento
“Stiamo assistendo ad una vera e propria discriminazione delle fonti rinnovabili, visto che i piani del ministero puntano ad allontanare le Fer (soprattutto il fotovoltaico) dai Certificati Bianchi”, spiega oggi Girotto in una nota stampa in cui denuncia che la riforma prospettata avrà tre immediati effetti negativi: primo, aumento dei costi energetici per chi è a basso reddito precludendogli di investire in efficienza; secondo, scoraggia la diminuzione dei consumi; e terzo, sostiene l’uso di energia da fonti fossili e inquinanti. Insomma, un capolavoro di inefficienza politica industriale che va anche contro gli obiettivi di risparmio energetico voluti dall’Europa. Ecco perché il Movimento 5 Stelle chiederà in commissione Industria del Senato la completa revisione del documento per tutelare innanzitutto le fasce più deboli della popolazione.