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Produzione di biometano, come aumentare la resa e tagliare i costi

Produzione di biometano
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Produzione di biometano, 5 nuovi percorsi tecnologici per incrementarla del 66%

(Rinnovabili.it) – Come aumentare la produzione di biometano riducendo nel contempo i costi? Questa la domanda da cui parte il nuovo progetto europeo Biomethaverse. L’iniziativa, del valore di 10 milioni di euro, è co-finanziata al 70% dall’Unione europea e coinvolge sotto il coordinamento dell’Istituto Isinnova, ventidue partner provenienti da nove Stati membri, tra cui Enea e il Politecnico di Milano. Le realtà avranno a disposizione 54 mesi di tempo per realizzare nuovi percorsi di generazione per il biometano: termochimico, biochimico, elettrochimico e biologico. Con l’obiettivo ultimo di incrementarne la produzione del 66% entro la fine del decennio, ad un costo del 44% più basso rispetto ad oggi. Ma soprattutto puntando a risparmiare 113 Mt CO2eq nello stesso periodo.

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Biomethaverse realizzerà 5 impianti dimostrativi per la produzione di biometano in altrettanti Paesi europei (Francia, Grecia, Svezia, Ucraina e Italia), impiegando come punti di partenza la digestione anaerobica convenzionale o la gassificazione. “Ma prima di tutto dovremo arrivare a diversificare la base tecnologica”, sottolinea Alessandro Agostini, referente per ENEA del progetto insieme ai colleghi Claudio Carbone e Alberto Giaconia. “Questo gas è ancora costoso da produrre e le tecnologie di metanazione ancora poco mature e diffuse”. 

Le diverse tecnologie di trattamento saranno testate singolarmente o in maniera combinata nei 5 siti. “In quattro dimostratori di Biomethaverse – spiega l’ENEA in una nota stampa – il biogas o il syngas verranno combinati con idrogeno rinnovabile, mentre nel quinto caso, sarà utilizzata direttamente elettricità rinnovabile per aumentare la resa complessiva di biometano prodotto da microorganismi”.

Il sito dimostrativo italiano

Il sito italiano sarà realizzato presso il depuratore di Bresso-Niguarda del Gruppo CAP, nella periferia Nord di Milano. Qui dal 2019 è in funzione il primo impianto nazionale che immette nella rete del gas biometano prodotto a partire da reflui fognari. In collaborazione con i partner italiani, CAP implementerà un nuovo sistema integrato composto da 4 unità – per ottenere una produzione di biometano più sostenibile. Nel dettaglio il lavoro si focalizzerà sull’ozonolisi dei fanghi di depurazione, come pretrattamento della materia prima seconda e successivo “upgrading biologico ex situ” promosso dall’idrogeno. Sulla frazione liquida del digestato verranno coltivate microalghe alimentate con la CO2  non convertita in metano durante il processo.

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