Rinnovabili • Rinnovabili •

Prestazioni energetiche edifici: il sì dell’ITRE alle nuove norme

I membri della commissione per l'industria dell’EuropParlamento  hanno formalmente adottato la loro posizione sulla revisione della Energy Performance of Buildings Directive

Prestazioni energetiche edifici

 

La posizione di Strasburgo sulla nuova direttiva Prestazioni energetiche edifici

(Rinnovabili.it) – La nuova legislazione europea le prestazioni energetiche degli edifici incassa un primo sì: quello della Comitato Industria, Ricerca ed Energia (ITRE) dell’Europarlamento, che ha votato ieri la relazione di Bendt Bendtsen (PPE, DK). Il progetto del deputato danese, divenuto dunque espressione dei parlamentari europei dell’ITRE, sostiene attivamente il processo di revisione della Energy Performance of Buildings Directive, uno degli elementi chiave inserito dalla Commissione Europea nel nuovo Pacchetto Energia. E preme per ottenere una strategia d’azione ambiziosa e puntuale che renda gli edifici pubblici e privati altamente efficienti dal punto di vista energetico entro il 2050.

 

>>Leggi anche Pacchetto energia, le novità per l’efficienza energetica degli edifici<<

 

Da una lettura veloce, quello che salta subito agli occhi è la netta discrepanza con la posizione del Consiglio Europeo, accusato dagli stessi deputati di voler annacquare la proposta iniziale. Le differenti posizioni fra Strasburgo e Stati membri sono quasi una costante, ma stavolta anche la Commissione Europea, attraverso la voce del suo rappresentate per il Clima, Miguel Arias Cañete, è più volte intervenuta per denunciare il basso livello di ambizione dei Ventotto. “Gli edifici avranno indubbiamente un ruolo fondamentale nel fornire i nostri impegni a Parigi”, aveva dichiarato Cañete poco prima della votazione dell’ITRE, invitando i deputati a contrastare la “flessibilità su cui gli Stati membri stanno insistendo”.

 

Strasburgo ha risposto più che positivamente a tale invito, con un testo impegnato ma allo stesso tempo capace di rispettare le competenze nazionali. Gli europarlamentari hanno proposto di introdurre parametri di riferimento per la riduzione energetica per il 2030 e il 2040, e indicatori di progresso misurabili per valutare in che modo i nuovi edifici contribuiscano all’obiettivo europeo. La relazione di progetto sostiene anche l’uso di strumenti di misurazione intelligente che permettano di monitorare i consumi energetici e la qualità dell’aria, adattando gli edifici alle esigenze degli occupanti.

 

Il vero scontro tra Bruxelles e Strasburgo si è consumato sulla questione dell’elettromobilità. Il Comitato ITRE, come d’altra parte anche il Consiglio europeo, non impazziscono all’idea di inserire nella direttiva ‘prestazione energetiche edifici’ obblighi che riguardino la politica dei trasporti. La proposta iniziale dell’esecutivo prevedeva che tutti gli edifici non residenziali (uffici, centri commerciali, etc.) con più di 10 posti auto includessero punti di ricarica. Gli eurodeputati preferiscono tuttavia che questi immobili, al pari di quanto previsto per condomini e abitazioni residenziali, abbiano l’obbligo di installare solo la cablatura e non le colonnine  vere e proprie. I negoziati informali con i ministri europei dovrebbero iniziare una volta approvato il mandato negoziale, previsto per la fine di ottobre.