Il progetto "HP-QA in Existing Buildings” sta valutando il potenziale della tecnologia PdC ad aria nella riqualificazione energetica degli edifici esistenti. Tra i focus: l'eventuale inquinamento acustico e le misure per azzerarlo
Test sul campo per la pompa di calore
(Rinnovabili.it) – Quanto è elevato l’impatto del rumore delle pompe di calore ad aria sul campo? Questa una delle domande a cui ha deciso di rispondere “HP-QA in Existing Buildings“, nuovo progetto di ricerca coordinato dal Fraunhofer Institute e finanziato dal governo tedesco. L’iniziativa sta analizzando il funzionamento di 75 pompe di calore (PdC) in case unifamiliari costruite tra il 1826 e il 2001, con l’obiettivo di valutarne l’efficienza e studiare l’accoppiamento con il fotovoltaico.
L’efficienza delle pompe di calore
Ancora prima del caro bollette innescato dalla guerra russa in Ucraina, le pompe di calore avevano assunto un ruolo chiave nella fornitura di calore domestico. Ruolo che è diventato una vera e propria exit strategy nel momento in cui le forniture europee di gas naturale sono state messe a rischio. Non è un mistero che tra il 2022 e il 20233 le vendite di PdC sia lievitate in molti Stati membri dell’UE. Oggi i numeri sono più contenuti ma in Paesi come Austria, Germania e Paesi Bassi il trend continua ad essere rilevante, nonostante la contrazione del mercato.
Affinché la tecnologia possa assumere un ruolo ancor più rilevante nel percorso di decarbonizzazione edilizia, è necessario tuttavia superare alcuni ostacoli. “In questo contesto – spiega il Fraunhofer – sono utili la dimostrazione e l’analisi dell’efficienza delle pompe di calore in condizioni tipiche negli edifici esistenti e lo sviluppo di misure adeguate per garantirne l’efficienza”.
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Pompe di calore e rumore, il luogo di installazione è cruciale
Tra le altre cose, il progetto ha misurato anche il possibile inquinamento acustico delle pompa di calore, valutando i livelli di rumore in cinque sistemi dei 75 monitorati. Il test ha impiegato due microfoni: uno vicino alla pompa per registrarne le emissioni sonore, un altro a una certa distanza per misurare il suono ambientale. Dai valori ottenuti in prossimità dell’apparecchio viene quindi calcolato l’inquinamento acustico per la finestra più vicina utilizzando una funzione di trasmissione del suono registrata durante la messa in funzione. Se questo è superiore al livello sonoro dell’ambiente, per valutare l’inquinamento acustico vengono utilizzati i valori limite applicabili secondo le istruzioni tecniche per la protezione dal rumore. Altrimenti si può presumere che lì non si senta la pompa di calore.
I risultati – spiega l’istituto di ricerca – sono fortemente influenzati dal luogo di installazione e dall’ambiente circostante. “In una casa unifamiliare nei pressi di una tangenziale trafficata, il rumore ambientale è così dominante che la pompa di calore dell’edificio vicino non si sente affatto. Nel caso di una pompa di calore in un complesso residenziale a schiera denso e silenzioso, la misurazione del rumore nella proprietà vicina ha mostrato valori più elevati. Poiché il valore limite consentito è stato superato più volte durante la notte, il funzionamento di questa specifica pompa di calore è stato regolato in modo che l’unità di ventilazione esterna funzioni poco nelle ore notturne: durante il periodo di studio solo 72 ore all’anno”.
Per i restanti impianti non vengono superati i valori limite delle prescrizioni tecniche per la protezione dal rumore durante il giorno. In un solo sistema, di notte i limiti sono stati superati. Problema a cui si potrebbe rimediare adottando misure di riduzione del rumore (ad es. cappa insonorizzata). “Fondamentalmente si dovrebbero sempre sfruttare le possibilità di progettazione quando si installano pompe di calore aria-acqua e si dovrebbe scegliere una pompa di calore che corrisponda allo stato dell’arte anche in termini di emissioni acustiche“, consiglia l’esperto di acustica Björn Nienborg del Fraunhofer ISE.