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Passare alle pompe di calore fa bene all’ambiente ed al portafogli: parola di Mitsubishi Electric

Che ruolo giocano oggi le pompe di calore nella transizione energetica? Quali sono gli ostacoli che questa innovativa tecnologia deve superare e perchè fa bene all'ambiente ed al caro bolletta. Ne abbiamo parlato con Federico Sala, Education & Training Specialistel di Mitsubishi Electric, leader del mercato da decenni,

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Sala, Mitsubishi Electric: “Per garantire la massima diffusione delle pompe di calore serve però un lavoro corale tra le direttive europee”

(Rinnovabili.it) – Nel ricco parterre di approfondimenti proposto da Rinnovabili.it nella sua Piazza dell’Innovazione a Smart Building Expo 2023, grande attenzione è stata riservata alle innovazione tecnologiche della transizione energetica. Tra i protagonisti indiscussi dei tre giorni di eventi, c’è senza dubbio Mitsubishi Electric che, attraverso diversi speech dedicati alle potenzialità delle pompe di calore, ha garantito un importante momento di formazione e conoscenza per i numerosissimi operatori del settore presenti all’evento.

Ma che ruolo giocheranno le pompe di calore nel percorso verso la decarbonizzazione e perché passare a questa soluzione? Lo abbiamo chiesto a Federico Sala, Education & Training Specialist di Mitsubishi Electric.

Federico Sala: Nel presente e ancor più nel futuro le pompe di calore avranno un ruolo chiave. I motivi sono molteplici, ma per Mitsubishi Electric possono essere riassunti in tre punti fondamentali: è un obbligo, è un’opportunità ed è conveniente. Andiamoli ad analizzare.

E’ un obbligo perché a livello europeo ci sono delle direttive che puntano ad una strada di decarbonizzazione efficientamento energetico e sfruttamento delle fonti di energia rinnovabile. In questo scenario la pompa di calore avrà certamente un ruolo determinante per il raggiungimento di tali obiettivi: nel 2030 per quanto riguarda la decarbonizzazione e nel 2050 per quanto riguarda la neutralità climatica.

I sistemi di incentivazione offrono una grande opportunità all’utente finale per l’installazione delle pompe di calore perché permettono di avere un abbattimento notevole dei costi iniziali. Inoltre, rispetto al riscaldamento classico alimentato da una caldaia a combustione, la pompa di calore ha un’alta efficienza quindi, anche nei costi di conduzione, abbiamo una convenienza particolare rispetto al riscaldamento tradizionale.

Rinnovabili.it – Entro il 2030 dovremo garantire una riqualificazione massiccia del nostro patrimonio immobiliare. Oltre a soddisfare gli obiettivi di decarbonizzazione per i nuovi edifici, in che modo la tecnologia offerta dalle pompe di calore potrà supportare la riqualificazione dell’esistente?

F.S.: Va fatta una premessa molto importante, la pompa di calore esprime il massimo delle proprie potenzialità con terminali a bassa temperatura, ovvero con un sistema di riscaldamento radiante a pavimento. Di conseguenza, se da un lato nei nuovi edifici abbiamo la possibilità di scegliere l’impianto da accoppiare alla pompa di calore, non è altrettanto detto che, in un intervento di riqualificazione energetica, sia possibile effettuare interventi, tali per cui, sia possibile sostituire i classici radiatori ad alta temperatura con un terminale radiante.

E’ qui che ci viene in aiuto la tecnologia offerta dalle pompe di calore Mitsubishi Electric perchè le prestazioni attuali garantiscono un’alta efficienza sia alle basse che alle alte temperature. In questo modo, la pompa di calore, diventa la soluzione ideale sia per le nuove costruzioni che per le riqualificazioni energetiche.

Aggiungerei inoltre che, i limiti operativi delle pompe di calore, riescono a rispondere bene anche a climi rigidi. Quindi, sia nel caso di ristrutturazione che di nuove costruzioni, le pompe di calore possono essere la soluzione giusta in qualsiasi zona climatica.

Rinnovabili.it – Poche settimane fa l’UE ha confermato che è in arrivo la strategia dedicata all’implementazione delle pompe di calore nell’ambito del REPowerEU. Cosa vi aspettate che contenga il testo e quali sono le indicazioni indispensabili che non dovranno assolutamente mancare?

F.S.: Ci aspettiamo prima di tutto una coerenza ed armonizzazione tra tutte le direttive europee. L’Europa mette in campo delle strategie che, teoricamente, dovrebbero andare nella stessa direzione, ma pure essendo facce di una stessa medaglia, troppo spesso risultano in contraddizione tra loro.

Ad esempio la Direttiva ERP stabilisce un obbligo per i produttori, nel nostro caso di pompe di calore, di rispettare dei requisiti minimi di alta efficienza per poter introdurre sul mercato un nuovo prodotto. Però, tutto questo entra in contrasto con la revisione del nuovo Regolamento Europeo F-gas, che mette al bando l’utilizzo dei gas fluorurati refrigeranti a favore di quelli naturali, che avranno certamente un impatto ambientale più basso rispetto a quelli attuali, ma al contempo potrebbero avere prestazioni energetiche e quindi efficienze inferiori.

Qui ci troviamo in contraddizione. La speranza è quella che ci possa essere un lavoro corale tra tutti gli enti europei per fare in modo che tutte le direttive seguano una stessa strada.

Se passiamo ad un aspetto più concreto, potrebbe essere interessante l’introduzione di una riforma delle tariffe elettriche. Avere delle tariffe dedicate, agevolate, per coloro che decidono di riscaldarsi in maniera primaria con una pompa di calore, aiuterebbe quel passaggio di transizione tra il riscaldamento classico a combustione ed i prodotti alimentati elettricamente e che sfruttano le fonti rinnovabili.

Nel 2022 la vendita di pompe di calore è aumentata del 38%, con circa 3 milioni di nuove unità comprate nel complesso dagli europei. Una soluzione che, in accoppiata anche con il fotovoltaico, ha permesso di fornire una soluzione concreta alla crisi energetica facendo fronte al caro bolletta. Nel 2023 però si è registrata una contrazione nel mercato, in Italia le vendite sono scese del 34%. Secondo Mitsubishi Electric, quali potrebbero essere le leve per dare una nuova scossa al mercato italiano?

F.S.: Il 2022 è stato un anno anomalo perché fortemente influenzato dal Superbonus, dallo sconto in fattura e dalla cessione del credito. Una volta venuti meno questi tipi di sostegno finanziario, chiaramente nel 2023 abbiamo assistito ad una contrazione del mercato. Per poter risollevare le vendite delle pompe di calore, probabilmente, la strada da perseguire è paradossalmente quella che è appena stata abbandonata. Andare ad introdurre dei nuovi incentivi di facile accesso a tutti, finanziariamente sostenibili e quindi durevoli nel tempo. Non è pensabile che a livello europeo si lasci in mano ai cittadini l’onere della diffusione delle pompe di calore a loro totale carico. Ci dovrebbe essere sicuramente un sostegno da parte delle istituzioni europee.

In secondo luogo, mi ricollego a quanto detto in precedenza: una tariffa agevolata per chi decide di installare una pompa di calore sicuramente permetterebbe una transazione verso prodotti che sfruttano energia elettrica e fonti rinnovabili. Per noi è importante mettere in campo da parte di tutti gli attori in gioco un’azione di formazione e divulgazione, sfatando così tutti gli scetticismi e i falsi miti sulla pompa di calore, per fare in modo che questa possa essere considerata, anche dai singoli cittadini, come la caldaia del futuro.

La partecipazione di Mitsubishi Electric come protagonista della Piazza dell’Innovazione di Rinnovabili.it alla manifestazione Smart Building Expo 2023, è fondamentale per puntare i riflettori su questa tecnologia. In base alla vostra pluriennale esperienza quali sono le tecnologie di pdc preferite dagli italiani e perché? In che direzione si muoverà il mercato?

F.S.:Il mercato immobiliare spinge sempre più per le soluzioni full-electric e la tecnologia delle pompe di calore offre tre famiglie di soluzioni perfette per questo mondo: le monoblocco, le splittate e le ibride.

Le monoblocco sono unità che contengono al loro interno l’intero circuito frigorifero. La loro installazione viene effettuata all’esterno dell’abitazione. Il calore viene veicolata all’interno della casa, tramite tubazioni di tipo idraulico che movimentano acqua calda o fredda.

La seconda famiglia sono quelle splittate che invece si compongono di una unità esterna e di una unità interna, collegate tra loro da tubazioni frigorifere che movimentano il gas refrigerante. Il compito di veicolare il calore all’interno dell’impianto è assegnato all’unità interna detta anche modulo idronico che andrà a fornire calore per l’acqua calda sanitaria e per il riscaldamento oppure acqua refrigerata per il raffrescamento.

La terza categoria è quella del sistema ibrido. Generalmente il mercato, con ibrido identifica quel sistema che affianca alla classica pdc elettrica, una fonte di energia alternativa, solitamente rappresentata dalla caldaia a combustione. Nel mondo Mitsubishi Electric invece, con il termine ibrido identifichiamo quel sistema che mette a fianco del classico split ad aria ad espansione diretta, la pompa di calore idronica che quindi si prenderà in carico il comfort, riversato in ambiente tramite l’acqua calda che può essere ad uso tecnico o ad uso sanitario. Il punto forte del sistema ibrido è che tutto viene gestito da un’unica unità esterna. Nel mercato attuale la soluzione più diffusa è quella dello splittato perché offre un’ampia varietà di prodotti per unità esterne ed interne, permettendo di soddisfare svariate esigenze sia impiantistiche, che da parte dei progettisti, degli installatori o degli utenti finali.

Con uno sguardo al futuro, la soluzione ideale per la casa di domani sarà probabilmente il sistema ibrido. E’ una soluzione che garantisce la copertura dei fabbisogni energetici domestici in tutte quattro le stagioni, ma soprattutto in maniera economica e compatta, grazie alla presenza di una sola unità esterna che fa risparmiare sullo spazio e sui costi di investimento iniziali.

Contestualmente però va tenuta in considerazione la prossima revisione del regolamento sui Gas a cui accennavo in precedenza. Nel corso dei prossimi anni gli attuali gas andranno ad essere sostituiti con gas che avranno un impatto ambientale minore, ma anche caratteristiche di efficienza e soprattutto di infiammabilità molto diversi da quelli che sono in uso attualmente. Sarà quindi necessario un adeguamento della produzione facendo propendere, almeno nel periodo iniziale dell’attuazione del nuovo regolamento F-gas, verso unità monoblocco che contengono al loro interno la totalità di gas refrigerante riducendo i rischi della manipolazione dei gas infiammabili.