Per un futuro a basso tenore di carbonio l'Istituto suggerisce di eliminare i sussidi alle fonti fossili e supportare maggiormente le fonti rinnovabili
(Rinnovabili.it) – Incentivi vicini al miliardo di dollari sono stati concessi nel corso del 2012 ai combustibili fossili. Una quota notevolmente superiore rispetto agli aiuti concessi alle energie rinnovabili, che sono state supportate con cifre che oscillano intorno ai 66mila milioni di dollari per l’anno 2010. A rivelare i numeri del supporto ai combustibili fossili e alle green energy il Worldwatch Institute, che ha indicato come in effetti la produzione di energia rinnovabile abbia ricevuto aiuti per un valore compreso tra 1,5-1,7 centesimi di dollaro per kWh, rispetto agli 0,1-0,7 centesimi per kWh ricevuti dai combustibili. Ma gli aiuti più elevati alle fonti rinnovabili sono solo in apparenza più vantaggiosi perché in verità nascondono i costi nascosti attribuiti alle energie alternative.
“La produzione e il consumo di combustibili fossili hanno un costo per la società in termini di danni per la salute umana e per l’ambiente, come anche nella disponibilità delle risorse. Tuttavia, questi costi non si riflettono nei prezzi dei combustibili fossili”, ha detto Alexander Ochs, direttore del Programma Clima e Energia e co-autore dell’informativa del Worldwatch Institute.
Al fine di decarbonizzare il sistema energetico l’Istituto suggerisce quindi una inversione di marcia che porti alla crescita degli aiuti alle energie a basso rilascio di inquinanti favorendo contemporaneamente la crescita economica dei paesi e la conseguente riduzione della dipendenza dalle importazioni di petrolio ed energia. “Senza le sovvenzioni ai combustibili fossili è stato previsto, entro il 2020, un calo del consumo globale di energia di quasi il 4%, mentre la domanda di benzina si ridurrebbe di circa 3,7 milioni di barili al giorno, la richiesta di carbone sarebbe inferiore di circa 230 tonnellate e cadrebbe in modo significativo anche la domanda di gas naturale”, dice il Worldwatch citando dati forniti dall’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) e chiarendo inoltre che,così facendo, le emissioni di anidride carbonica risulterebbero inferiori del 4,7% nel 2020 e circa il 5,8% nel 2035.