Un terminale ottimizzato per i videogiochi consuma 3 volte un frigo. Senza interventi di efficienza energetica, spenderemo 18 miliardi nel 2020
(Rinnovabili.it) – Un computer per il gaming (cioè l’utilizzo videoludico) può consumare più energia di tre frigoriferi ad alta efficienza energetica. È la tesi di una ricerca condotta dal team di Evan Mills, ricercatore del Lawrence Berkeley National Laboratory, che ritiene esista un «enorme e trascurato consumo energetico sotto il nostro naso. Per lungo tempo la comunità dell’energia ha osservato i personal computer ordinari, ma i pc da gioco sono un animale molto diverso». I ricercatori hanno costruito il proprio computer da gaming, scoprendo che il consumo elettrico durante il gioco era sei volte quello di un tipico computer desktop.
I PC da gioco costituiscono meno del 3% delle apparecchiature installate in tutto il mondo, eppure si mangiano 75 TWh l’anno di energia elettrica, con costi vicini ai 10 miliardi di dollari. Il gaming è l’uso a maggiore intensità energetica del personal computing, poiché presuppone macchine ad alte prestazioni costruite appositamente per il gioco. Ciascuna di esse utilizza, in media, l’equivalente di circa tre frigoriferi Energy Star. Il settore contribuisce al 20% del consumo totale di PC, notebook e console.
Ad oggi sono più di un miliardo le persone in tutto il mondo che utilizzano i videogiochi: se la crescita continua, i dati sul consumo energetico potrebbero raddoppiare entro il 2020. Circa 72 milioni di questi giocatori utilizzano il computer nel 2015. Il giocatore medio spende più di quattro ore al giorno davanti allo schermo.
La buona notizia è che vi è un ampio margine per il risparmio. La colpa è di componenti ad alte prestazioni ma a bassa efficienza energetica. Tuttavia, al momento, quasi nessuno degli aficionados del gaming suggerisce programmi di efficienza energetica mirati o politiche in materia. Utilizzando schede madri, monitor, processori e unità di alimentazione più efficienti, il consumo totale di energia è stato ridotto di quasi la metà. Una modifica delle impostazioni operative della scheda madre e della CPU ha consentito di aggiungere un altro 27%, per un complessivo 77%. Nel 2020, un simile risparmio energetico potrebbe evitare la spesa di 18 miliardi di dollari l’anno.