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Nuova Direttiva Efficienza Energetica, c’è l’accordo UE 

I negoziatori del Parlamento e del Consiglio Ue hanno trovato un accordo sui nuovi obiettivi di risparmio energetico per il 2030. Gli Stati membri dovranno garantire collettivamente una riduzione del consumo energetico finale di almeno l'11,7% entro la fine del decennio rispetto alle vecchie previsioni

Direttiva efficienza energetica
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Revisione della Direttiva Efficienza Energetica, le nuove norme comunitarie per risparmiare energia

(Rinnovabili.it) – Fumata bianca per la nuova Direttiva Efficienza Energetica (EED). Il provvedimento, proposto dalla Commissione europea nel ricco pacchetto “Fit for 55” a luglio 2021, ha finalmente un testo definitivo: quello concordato stamane dai negoziatori del Parlamento e del Consiglio dell’Ue che, dopo un lungo trilogo con l’Esecutivo, hanno trovato la quadra tra le rispettive richieste . 

 La direttiva nasce per aggiornare le attuali norme in materia, che prevedono che per la fine del decennio che l’Unione europea raggiunga collettivamente un target di risparmio del 32,5% sull’energia impiegata. L’accordo tra Stati membri ed europarlamentari alza l’ambizione anche rispetto a quanto proposto originariamente dalla Commissione. L’EED finale impone infatti di ridurre collettivamente i consumi energetici di almeno un 11,7% in più rispetto al livello degli sforzi previsti nel vecchio scenario di riferimento.

Ciò – spiega il Consiglio in una nota stampa – si traduce in un limite massimo al consumo energetico finale (ossia l’energia consumata dagli utenti finali) di 763 milioni di tep e di 993 milioni di tep per il consumo primario (che include sia l’energia utilizzata per la produzione che per la fornitura). Ma solo il primo limite sarà realmente vincolante per i Paesi UE.

EED: i contributi nazionali al risparmi energetico

Tutti gli Stati membri dovranno partecipare al raggiungimento dell’obiettivo comunitario 2030 attraverso traiettorie e contributi nazionali indicativi, stabiliti dagli stessi Paesi nei nuovi PINEC, tenendo conto della formula di calcolo fornita nella direttiva Efficienza Energetica. Quest’ultima fa leva sulle caratteristiche di ogni paese, prendendo in considerazione intensità energetica, Pil pro capite, sviluppo delle rinnovabili e potenziale di risparmio. E prevedendo la possibilità di discostarsi di un 2,5% dal target.

All’esecutivo UE il compito analizzare tutti i nuovi contributi nazionali e, in caso di gap con il risultato prodotto dalla formula, apportare rettifiche attraverso il cosiddetto “meccanismo di riempimento del divario”. Per la nuova Direttiva Efficienza Energetica europea è stato anche concordato un aumento graduale dei target annuali di risparmio energetico per i consumi finali. Gli Stati membri dovranno assicurare tagli dell’1,3% l’anno fino alla fine del 2025 e raggiungerà progressivamente l’1,9% nel 2030.

I vincoli per la PA e per gli edifici

Gli obiettivi dovrebbero essere raggiunti attraverso misure a livello locale, regionale e nazionale, in diversi settori – ad esempio pubblica amministrazione, edifici, imprese, data center, ecc. I deputati hanno insistito sul fatto che il regime dovrebbe coprire in particolare il settore pubblico, che dovrà ridurre il suo consumo finale di energia dell’1,9% ogni anno. Gli Stati membri dovranno inoltre garantire che almeno il 3% degli immobili pubblici venga riconvertito ogni anno in edifici a energia quasi zero o edifici a zero emissioni. L’accordo stabilisce anche nuovi requisiti per sistemi di teleriscaldamento efficienti.

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L’intesa sancita stamane sarà ora sottoposta all’approvazione del Comitato dei rappresentanti permanenti al Consiglio e della commissione ITRE del Parlamento. Quindi potrà essere formalmente adottata dal Parlamento e dal Consiglio, per poi essere pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrare in vigore.