Il progetto porterà ad una riduzione del 10-12% di CO2, intervenendo sull'efficienza energetica e sulle strutture, sulla mobilità, sui comportamenti individuali e sul risparmio delle risorse
“Abbiamo sempre investito molto su innovazione, ricerca e tecnologia – ha affermato il Rettore Marcello Fontanesi – per questo continuare a farlo anche sulla nostra politica di sostenibilità ambientale, sociale ed economica e, in particolare, sulla sostenibilità energetica, significa proseguire su una strada già delineata.”
I 25 edifici di cui si compone il Campus (distribuiti tra Milano e Monza), le 192 aule ed i 600 laboratori didattici, nonchè i relativi uffici annessi, saranno interessati da numerose azioni di rilevamento:
- monitoraggio del sistema di gestione dei rifiuti;
- monitoraggio del sistema di mobilità interna ed esterna all’Ateneo;
- monitoraggio e analisi dei consumi della risorsa acqua;
Mentre il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sciale si occuperà di raccogliere il maggior numerosi di informazioni possibili sui comportamenti legati ai consumi energetici interi, per attivare in un secondo momento un percorso formativo per sensibilizzare gli utenti, moltiplicando i comportamenti virtuosi come lo spegnimento dei pc e delle lampade a fine giornata, la corretta regolazione dei termostati, la riduzione di stampe e fotocopie, il corretto utilizzo di impianti e macchinari nei laboratori didattici e di ricerca.
Per testare il sistema, uno degli edifici del Campus, l’U7 in Piazza dell’Ateneo Nuovo, che ospita aule, uffici, mense, spazi studio e servizi, è oggetto nei mesi scorsi di un’attività di misurazione pilota per valutarne l’impronta di carbonio e verificare il quantitativo di CO2 emesso per la produzaione energetica elettrica e termica. Dalle rilevazioni è emerso che l’edificio a pieno regime emette circa 1.700 tonnellate di CO2 l’anno, causata prima di tutto dall’impianto di aereazione, seguita da riscaldamento, raffrescamento, illuminazione, ed in percentuale minore, dalle aule e dalla didattica dei laboratori.
“Attraverso il Carbon Management – spiega la professoressa Marina Camatini, presidente del Centro di Ricerca Polaris – si possono identificare obiettivi di riduzione e monitorare i propri miglioramenti. La Carbon Footprintrappresenta la quantità di impatto delle attività umane sull’effetto serra: questa quantità viene espressa in tonnellate di CO2, ovvero di anidride carbonica, il gas più rappresentativo tra quelli responsabili dell’effetto serra. Il Centro di Ricerca Polaris calcola l’”impronta” secondo l’iter scientifico dettato dalla metodologia LCA (Life Cycle Assessment)”.
“Interventi non strutturali, ma legati a miglioramenti gestionali – sottolinea infine il direttore amministrativo, Candeloro Bellantoni – mostrano come sia possibile ridurre le emissioni inquinanti e ottenere al tempo stesso un consistente risparmio economico, considerato che il costo dell’energia del solo edificio U7 è di circa 600 mila euro all’anno”.