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L’Uk introduce i nuovi eco-incentivi per i grandi impianti

(Rinnovabili.it) – Il governo Cameron pochi giorni fa ha reso ufficiale il nuovo regime incentivante per gli impianti rinnovabili di medie e grandi dimensioni per il quadriennio 2013-2017, confermando in sostanza la graduale riduzione dei sussidi per la gran parte delle tecnologie. La nuove tariffe entreranno in vigore il prossimo aprile e si stima saranno in grado di generare investimenti tra i 20 ed i 25 miliardi di sterline.

“Le energie rinnovabili creeranno un boom per l’economia inglese, stimolando crescita e mettendo a disposizione nuovi posti di lavoro – ha commentato il segretario per l’Energia ed i Cambiamenti Climatici Ed Davey – Il regime di supporto che annunciamo oggi contribuisce ad incrementare gli investimenti e mostra il ruolo chiave che le energie rinnovabili detengono nella sicurezza energetica del paese”.

Il sistema di incentivazione per gli impianti rinnovabili di grossa taglia si basa sui cosiddetti ROCs (Renewables Obligations Certificates), certificati che attestano la produzione di un determinato quantitativo di energia da fonti quali eolico, solare o geotermico. I distributori di energia elettrica sono tenuti a consegnare ogni anno un ammontare di ROCs prestabilito, cosi’ da certificare la vendita di energia prodotta da fonti non inquinanti. Gli impianti fotovoltaici riceveranno per esempio 2 ROCs ogni MWh, un livello soggetto a revisione il prossimo anno. Alcuni impianti per lo sfruttamento dell’energia marina potranno ottenere fino 5 ROCs ogni MWh, la tariffa più elevata tra quelle presentate, a conferma delle enormi potenzialità di sviluppo che la tecnologia detiene nei piani energetici del paese.

Politicamente più delicata è stata invece la decisione di tagliare del 10% il sussidio a favore dell’eolico onshore (da 1 ROC ogni MWh a 0,9) una riduzione che rappresenta una vittoria per il Dipartimento per dell’Energia ed il Cambiamento Climatico (DECC), a guida liberal-democratica. Il Tesoro, in mano al conservatore Osborne, premeva infatti per un taglio più corposo, fino al 25% secondo alcune indiscrezioni, in linea con quella parte del partito che vorrebbe rallentare la realizzazione di impianti eolici su terra, considerati costosi per i contribuenti. Tra gli elementi del compromesso raggiunto tra i due dicasteri, il DECC ha dovuto piegarsi alle richieste del Tesoro di attribuire al gas rilevanza strategica nell’approvvigionamento energetico del Regno Unito nei decenni a venire. “Non ci aspettiamo che il gas abbia in futuro un ruolo ancillare rispetto alle rinnovabili” ha affermato il DECC in un comunicato stampa. Un piano per lo sviluppo della risorsa verrà presentato in autunno. (A.P.)

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