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Efficienza Energetica: primi passi per la Direttiva Ue

“Questo accordo darà una spinta all’economia europea e contribuirà a garantire la nostra sicurezza energetica e gli obiettivi climatici. La nuova legislazione sull’efficienza energetica prevede misure vincolanti, che saranno un passo significativo verso il superamento del divario attuale dei diversi volti dell’Unione europea per rispettare l’impegno a ridurre il consumo energetico del 20% entro il 2020. La normativa prevede una serie di misure fondamentali che si traducono in un risparmio energetico concreto”. Si conclude con queste parole, espresse da Claude Turmes (Greens/EFA, LU), la seduta parlamentare durante la quale si è definito l’accordo provvisorio relativo alla proposta di direttiva sull’efficienza energetica.

La direttiva fino ad oggi impone agli stati membri di porsi obiettivi indicativi andando a risparmiare energia in ambiti e con metodologie specifiche, passando anche attraverso importanti ristrutturazioni di edifici e stabilendo il volume del risparmio da ottenere, da comunicare poi alle utility.

Vengono quindi stabilite solitamente misure comuni per garantire all’Unione europea il raggiungimento dell’obiettivo che impone la riduzione dei consumi di energia del 20% entro il 2020. Gli stati per questo dovrebbero presentare, ogni tre anni, un piano di azione studiato per provvedere al raggiungimento dei target fissati dando conto di quanto ottenuto fino a quel momento.

SETTORE EDILE Per quanto concerne l’edilizia, la direttiva impone ai 27 di rinnovare il 3% della superficie totale occupata da “edifici riscaldati o raffrescati possedute e occupate dal governo centrale”. Le regole sono da applicarsi agli edifici con una metratura utile totale di oltre 500 metri quadrati e, a partire dal 2015, anche agli edifici superiori ai 250 m².

Per le imprese energetiche i sistemi di efficienza dovranno essere settati per ottenere obiettivo comune di risparmio entro il 2020 per ottenere ogni anno dal 2014 al 2020 almeno una diminuzione dei consumi dell’1,5% nella vendita annuale di energia ai clienti finali.

Inoltre, gli Stati membri avranno la facoltà di escludere le vendite di energia utilizzata in talune attività industriali dai calcoli di consumo energetico, a condizione che la somma di queste esenzioni, e il risparmio energetico con un effetto continuo risultante da azioni individuali già in vigore dal dicembre 2008, non rappresentino insieme oltre il 25% del target totale nazionale di risparmio energetico.

Per ottenere risultati reali ogni impresa dovrà sottoporsi ad un audit energetico, ovvero controlli triennali che verificano la veridicità dei rapporti stilati periodicamente.

PER RIUSCIRE A FARE DI PIU’ Ai fini di promuovere l’efficienza in riscaldamento e raffreddamento gli Stati membri dovranno effettuare e notificare alla Commissione una “valutazione globale”, entro il dicembre 2015, delle possibili applicazioni di impianti di cogenerazione ad alto rendimento di teleriscaldamento e raffreddamento efficienti. Ai fini della presente valutazione, gli Stati dovranno effettuare un’analisi costi-benefici in base alle condizioni climatiche del territorio di appartenenza, di fattibilità economica e di idoneità tecnica. Impianti specifici, come le centrali nucleari potrebbero essere esentate da queste analisi costi-benefici.

Per agevolare il passaggio a sistemi energetici performanti e a basso impatto ambientale i deputati hanno anche proposto di istituire strutture di finanziamento per sostenere misure di efficienza energetica. Gli Stati membri dovrebbero facilitare quindi la creazione di questi impianti o l’uso di quelli esistenti. Un’idea proposta suggerisce infatti di elaborare un piano nazionale di efficienza energetica al quale i governi centrali e le utility contribuirebbero con importi uguali a finanziare gli investimenti necessari per la ristrutturazione o per soddisfare i requisiti della direttiva.

Il testo approvato in via provvisoria, sarà votato dal comitato per l’energia, probabilmente nel mese di luglio, mentre la sessione plenaria è attesa nel mese di settembre.

AGGIORNAMENTO ORE 16:15 è di poco fa la notizia secondo cui il Comitato dei Rappresentanti Permanenti, avrebbe condiviso la bozza di  Direttiva Efficienza Energetica presentata ieri dal Parlamento europeo e dal Comitato Energia.

La direttiva istituisce un quadro comune di misure per la promozione dell’efficienza energetica in seno all’Unione, al fine di raggiungere l’obiettivo principale al 2020 di raggiungere un aumento del 20% in efficienza energetica e per spianare la strada per ulteriori miglioramenti nei settori citati.
Ogni Stato membro sarà così tenuto a fissare un obiettivo nazionale indicativo di efficienza energetica, basata sul consumo di energia primaria o finale, sul risparmio di energia primaria o finale o sull’intensità energetica. Entro il 30 giugno 2014 la Commissione valuterà i progressi raggiunti e se l’Unione sarà in grado di raggiungere il consumo di energia che non dovrà superare i 1474 Mtep di
energia primaria e/o non più di 1.078 Mtep di energia finale nel 2020.
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