Rinnovabili •

Le barriere all’energia green

Un'approfondita analisi sulle quattro tipologie di "barriere" che ancora ostacolano lo sviluppo delle rinnovabili e delle metodiche per l'efficienza energetica

La domanda sempre maggiore di energia – annualmente ammonta a 12 miliardi di TEP (tonnellate di petrolio equivalente) – il cambiamento climatico che si va registrando in questi ultimi decenni con un preoccupante aumento della temperatura – la concentrazione di CO2 si attesta a 385 parti per milione – l’inesorabile riduzione di risorse non rinnovabili – il picco di Hubbert ovvero il picco della produzione petrolifera si prevede che venga superato tra il 2015 e il 2025 hanno imposto l’adozione in tempi rapidi di nuovi modelli energetici (Ipcc, 2007; L’atlante. Il mondo capovolto, 2009).

La sfida che si prospetta è quella di rispondere a questa richiesta, sempre crescente di energia, con nuove misure che siano sostenibili per l’ambiente, per l’economia e per la società.

Nel rapporto Saving Electricity in a Hurry (2011) la IEA ha richiamato l’attenzione sul problema della carenza energetica, a cui ogni paese è soggetto, sia in atto che in potenza, analizzando i danni da essa scaturiti sia nei sistemi geoeconomici che geoambientali e prospettando una riduzione della competitività economica, un aumento del costo energetico e dell’inquinamento atmosferico.

Lo stesso rapporto indica come esistano già le tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per attuare un risparmio energetico, che in alcune best practice presentate, vedi il Brasile, ha raggiunto livelli molto importanti  pari a circa il 20% di risparmio dell’energia consumata nei trasporti, in tempi industrialmente e socialmente rapidi.

Anche la Comunità Europea, consapevole dell’importanza strategica di una pianificazione energetica declinata nella sostenibilità, ha ben definito la mainstreaming da perseguire per lo scenario energetico futuro.

La strategia politica energetica «Europa 2020» definisce gli obiettivi primari relativi ad una riduzione delle emissioni di carbonio al 20%, ad un aumento del 20% della quota di energie rinnovabili e ad un potenziamento dell’efficienza energetica del 20%. Precisando nella comunicazione nota come «Energy 2020» che per raggiungere gli obiettivi è necessario intraprendere

1.         azioni per l’efficienza, in particolare, nel settore dei trasporti e dell’edilizia;

2.         la creazioni di infrastrutture energetiche paneuropee integrate;

3.       un coordinamento politico dell’energia dei 27 Stati al fine di avere un’unica voce, forte e autorevole, nei confronti dei Paesi terzi;

4.         azioni al fine di rendere competitiva l’Europa attraverso l’innovazione tecnologica;

5.         nuove misure per costi competitivi.

Nella bozza del Piano d’Azione Italiano per l’efficienza energetica 2011 (d’ora in poi PAE) e nel Piano d’Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili 2010 (d’ora in poi PAN) si ritrovano le traslazioni in termini nazionali italiani a medio e lungo termine degli obiettivi UE. Obiettivi che si traducono in un potenziamento dei consumi energetici da fonti rinnovabili – +17% nel 2020 corrispondente a 22.617 Ktoe – del risparmio energetico atteso nel 2016 pari a 126.327 GWh/anno di consumi in meno e pari a 149.00 kton/anno di CO2 non emessa.

La citazione di questi documenti, sebbene incompleta, risulta comunque funzionale all’economia di questo contributo, nel far emergere come allo stato dell’arte, il tema energetico sia stato già declinato e definito dalla comunità politica, economica e scientifica, e che siamo nella fase operativa/attuativa ormai da più di un decennio, avendo già superato la fase pionieristica della progettazione e della prima esperienza di management delle azioni per la sostenibilità.

Oggi, studiando le esperienze fin qui accumulate emerge come a contribuire significativamente al permanere della dipendenza dalle fonti di energia tradizionale concorrano delle “barriere” precedentemente non ipotizzabili, che rappresentano dei veri ostacoli alla ricezione e attuazione di piani e direttive internazionali, europee e nazionali determinando ritardi, rinunce, lentezze, sovrapposizioni a scala regionale e comunale.

La teleologia del nostro discorso si manifesta nel considerare brevemente alcune tipologie di barriere che si interpongono alla realizzazione delle Fonti di Energia Rinnovabile (d’ora in poi FER) e della efficienza energetica che possono essere distinte in diversi ambiti afferenti alla sfera socio-culturale, politica ed economica.

 

1. Le “barriere” energetiche

Il concetto di “barriera allo sviluppo” si è già presentato in altre epoche e, in particolare, storicamente, si è dimostrato che più il processo è veloce e maggiore è l’attrito che la modificazione stessa accumula. Fenomeno che, in alcuni casi, ha solo rallentato ma in altri ha determinato il blocco completo del processo.

Nel caso energetico le barriere sono apparse in forme inattese, con risultati non previsti, ed hanno fortemente influito non solo sugli obiettivi in termini quantitativi, ma anche in termini qualitativi (ENEA, 2010).

Le barriere energetiche, in una prima fase legate solo alla tecnologia insufficiente e non competitiva in termini di costi con la precedente, rappresentano, quindi, un limite che deve essere necessariamente superato se si vogliono raggiungere i traguardi a medio e lungo termine prefissati per il potenziamento e l’accrescimento delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica.

I più esposti alle barriere sono i pianificatori, sia istituzionali che scientifici, mentre la componente imprenditoriale “subisce” gli effetti delle barriere.

Sia gli interventisti (per i quali è sufficiente la tecnologia ed i bassi costi) sia i sostenitori della sostenibilità forte hanno condotto la vexata questio delle barriere energetiche nell’agone scientifico. Recentemente sono stati analizzati in uno studio dal titolo BarEnergy (Emmert, 2011) i vari ostacoli ai cambiamenti del comportamento energetico dei consumatori, in generale, e delle famiglie, nel particolare, prospettando per i pianificatori dell’energia anche ipotesi metodologiche utili a identificare e rilevare i vari impedimenti.

Lo studio, di carattere sociologico, condotto in sei stati europei – Norvegia, Regno Unito, Paesi Bassi, Svizzera, Ungheria e Francia – rivela come alcuni ostacoli possano condizionare negativamente lo sviluppo e la piena realizzazione delle FER e dell’efficienza energetica. Pertanto, in considerazione anche del fatto che queste tematiche non siano, purtroppo, state tenute nella dovuta considerazione a scala nazionale, lo studio evidenzia come, invece, sia necessario nella pianificazione energetica territoriale porre l’attenzione su questi impedimenti che rappresentano un deterrente al pieno sviluppo della new energy.

2. Barriera politica

La piattaforma legislativa italiana che negli ultimi anni ha fatto registrare un’attenzione maggiore alla pianificazione energetica attraverso la promulgazione di emendamenti specifici – mi limito a ricordare le più recenti ovvero il D. Lgs. 28/2011, 115/2008, il DPR 59/09, il DM 26 giugno 2009 – rappresenta, nonostante ciò, un primo, forte, significativo ostacolo.

Si possono rintracciare nella normativa italiana diverse tipologie di ostacoli. La prima è rappresentata dal fatto che le normative italiane recepiscono in ritardo le direttive europee e internazionali, nonché gli elementi di certificazione necessari per informare e garantire le imprese e i cittadini sull’efficacia degli investimenti attuati.

A titolo esemplificativo possiamo rintracciare nei recenti riferimenti legislativi in ambito energetico un differimento che può essere mediamente contabilizzato in circa due anni tra la direttiva europea e la  promulgazione della corrispettiva legge italiana.

La Direttiva 2009/28/CE è stata, ad esempio, recepita attraverso il D. Lgs.. 28/2011.

Il D.Lgs. 115/2008 relativo all’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici, che ha istituito anche l’Unità Tecnica per l’Efficienza Energetica-UTEE nell’ambito della struttura di ENEA ha attuato una direttiva comunitaria del 2006/32/CE.

Il DPR 59/09, il DM 26 giugno 2009 e le Linee Guida Nazionali per la Certificazione Energetica degli Edifici per l’attuazione del D. Lgs. 192/2005, hanno recepito la direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’ edilizia. Questi pochi esempi sono sufficienti a dimostrare il significativo gap tra l’Europa e l’Italia nell’ambito della pianificazione energetica. La lentezza della normativa pregiudica non poco lo sviluppo e la diffusione delle energie alternative.

Sarebbe auspicabile o meglio necessario che la piattaforma legislativa nazionale fosse al passo con i tempi di quella europea e mondiale. Queste discrasie si ripercuotono nella pianificazione energetica nazionale e regionale attraverso ritardi, lentezze, disomogeneità delle procedure. Un ulteriore barriera si può rintracciare, leggendo il PAN o il PAE, nella mancanza di coordinamento tra questi strumenti e la pianificazione attuata dalle varie amministrazioni. L’insieme, infatti, appare non sinergico né in termini verticali (dal nazionale al locale) né in termini orizzontali tra le varie amministrazioni sul territorio e gli  enti locali, responsabili in materia di energia, rappresentando, così, un ulteriore motivo di ritardo.

3. Barriera Economica

Strettamente connesso con la piattaforma legislativa è il sistema di incentivi e sostegno alle energie rinnovabili e all’efficienza. Nel PAN si legge che “I sistemi di incentivazione attuali hanno dimostrato di essere in grado di sostenere una crescita costante del settore, garantendo, nonostante frequenti modifiche del quadro normativo, sufficiente prevedibilità nelle condizioni di ritorno dell’investimento e agevolando la finanziabilità delle opere. Essi rappresentano dunque uno strumento consolidato del sistema energetico nazionale, cui si può guardare, con i necessari adeguamenti, anche per il prossimo periodo come elemento di continuità importante per il raggiungimento dei nuovi obiettivi comunitari”.

Dal testo emerge che nonostante la presenza di incentivi è comunque necessario un adeguamento del sistema economico che rappresenta ancora un ostacolo allo sviluppo delle energie rinnovabili e dell’efficienza.

La barriera può essere rintracciata, parafrasando un famoso titolo di un libro dello scrittore Kundera nella “insostenibile pesantezza dei costi”. Gli investimenti nell’efficienza energetica e nelle FER sono ancora troppo esosi e i tempi di recupero sono lunghi. Pertanto, la collettività non percepisce a breve termine il profitto in termini economici di una scelta energetica sostenibile.

In realtà con il paradigma energetico precedente (si comprava energia prodotta centralmente), si aveva una spesa annua pro capite, distribuita nell’anno per l’energia, che ciascuno poteva modulare. Oggi con il nuovo paradigma (si produce localmente l’energia che si consuma) si deve usare un capitale iniziale concentrato, per cui diventa complicato/problematico il reperimento di detto capitale da parte dei cittadini ed imprese. La  certezza della redditività del capitale è, quindi, fondamentale ed essa deriva dalla qualità delle tecnologie e dalla continuità della normativa di incentivazione e autorizzazione.

Siamo oggi ancora lontani dalla auspicata grid parity che richiederebbe una sistematica rettifica dei sistemi di incentivazione e una maggiore flessibilità.

Soprattutto nel contesto della efficienza energetica una barriera è da individuarsi nei costi per le ristrutturazioni delle edilizie, soprattutto nei centri storici, e delle imprese e nella mancanza, ad oggi, dei certificati negli atti di compravendita di beni immobili. Citando la ricerca BarEnergy si evince che una barriera all’efficienza energetica è dovuta anche ai costi contenuti dell’energia e, quindi, non vi è un cogente bisogno di spegnere la luce o di razionalizzare il riscaldamento/raffreddamento delle case perché i costi di spesa non incidono significativamente sull’economia domestica.

Nel caso delle imprese, invece, si ha una barriera nella flessibilità del mercato che coinvolge anche la proprietà dell’impresa. Abbiamo, infatti, imprese che hanno cambiato proprietà tre volte negli ultimi sei anni, ed è evidente che nessuno dei proprietari ha manifestato il desiderio di investire nell’efficienza energetica, concentrandosi, invece, negli investimenti sulla quantità e qualità del prodotto.

Si potrebbe, paradossalmente, pensare ad un aumento istituzionale dei costi delle energie tradizionali, al fine di incentivare l’efficienza energetica, garantendo, attraverso un sistema organizzativo efficiente ed efficace – la carenza infrastrutturale costituisce di per sé una barriera – un’utile alternativa energetica sostenibile.

4. Barriera socio-culturale

Spesso l’efficienza energetica in termini di risparmio entra in conflitto con gli elementi culturali di una popolazione.

Possiamo rintracciare anche nella cultura di un popolo una barriera. L’illuminazione è un elemento identificativo che rinvia a specifiche identità locali. Nell’illuminazione di una casa si esprime il prestigio, la comodità, l’ostentazione di benessere. Nell’illuminazione di una città e dei suoi monumenti o luoghi simbolo, si ha un’affermazione degli iconemi urbani.

Ridurre l’illuminazione è stato spesso interpretato come una perdita di identità incidendo sui comportamenti individuali, come condizionamenti psicologici.

Spesso le fonti di energia rinnovabile e dell’efficienza energetica sono associati nell’immaginario collettivo ad uno stile di vita minimalista, condizionato dal risparmio, dalle limitazioni e dalle rinunce.

Bisogna attuare delle azioni di informazione destinate a sensibilizzare e far conoscere dissipando inutili e vacui pregiudizi, che spesso sono alla base del fenomeno cosiddetto NIMBY.

L’informazione, dunque, rappresenta un’importante azione per il superamento delle barriere culturali e supporta lo sviluppo e l’incentivazione alle energie rinnovabili e all’efficienza, tanto quanto la componente economica.

Appare necessario catalizzare risorse e azioni mirate utilizzando social network e associando, ad esempio, il comparto energetico ad altre campagne pubblicitarie per creare i presupposti per una conoscenza sistematica capace di abbattere barriere pregiudiziali afferenti alla sfera socio-culturale.

Di certo alla comunicazione devono essere associati innovativi progetti di ricerca in campo energetico che sviluppino azioni destinate a garantire livelli qualitativi di comfort molto alti.

Nella sfera culturale un’ultima azione di contrasto alle FER e all’opera di efficienza energetica può essere rintracciata nel conflitto sociale motivato dalle categorie geografiche del paesaggio e dell’ambiente.

Molte delle tecnologie FER sono a significativo impatto ambientale e paesaggistico. Passata la fase del contrasto sociale all’eolico di grande dimensione, si è oggi nella fase di conflitto con gli impianti a biomasse per uso termico ed elettrico.

Una pianificazione attenta, consapevole, declinata in nome della interdisciplinarietà che veda coinvolte diverse figure professionali e scientifiche destinata a coniugare i vincoli e le vocazioni del territorio con le opportunità della tecnologia, può rappresentare un valido supporto per abbattere le barriere pregiudiziali ancora imperanti che vedono, a prescindere, negli impianti delle FER un danno per il paesaggio e per l’ambiente.

 

Pierluigi De Felice – Geografo presso l’Università di Cassino

 

Andrea Forni – Ufficio Studi ENEA – Frascati


About Author / La Redazione

Rinnovabili • Incentivi fotovoltaico, i bonus 2024 per privati e famiglie

Incentivi fotovoltaico, tutti i bonus 2024 per privati e famiglie

Dal reddito energetico ai nuovi incentivi per l’autoconsumo virtuale, dal bonus fotovoltaico al 50% ai contributi regionali. Ecco una guida completa ed aggiornata a tutti gli incentivi dedicati al fotovoltaico in Italia per famiglie e privati

Incentivi fotovoltaico, i bonus 2024 per privati e famiglie
Guida agli incentivi per il fotovoltaico residenziale 2024

Guida completa e aggiornata agli incentivi statali e regionali per il fotovoltaico 2024

Anche nel 2024, in Italia, i privati cittadini possono dotarsi di un impianto fotovoltaico facendo affidamento su una serie di sussidi dedicati, dai bandi regionali ai contributi statali. Abbiamo raccolto tutti gli incentivi al fotovoltaico 2024 in una guida, per offrire una panoramica completa e aggiornata degli strumenti di agevolazione finanziaria e fiscale attualmente in vigore e delle modalità per accedervi.

Incentivi al fotovoltaico 2024 per privati e famiglie: bonus e contributi statali

Tra fine del Superbonus 110% e nuove configurazioni dell’energy sharing, i regimi incentivanti per il fotovoltaico dei privati cittadini stanno mutando rapidamente. Oggi la tendenza generale è quella di premiare gli impianti solari in autoconsumo e mettere in campo nuovi strumenti contro la povertà energetica. Dagli ecobonus edilizi “rimaneggiati” al pannelli solari gratuiti per le famiglie a basso reddito, ecco come stanno cambiando gli incentivi per il fv residenziale.

Fotovoltaico gratuito, i contributi del Reddito Energetico (ISEE) 

Una delle grandi novità in tema di incentivi statali al fotovoltaico domestico è il Reddito energetico nazionale 2024. La misura permette di ottenere, per alcune fasce economiche della popolazione, pannelli fotovoltaici domestici in maniera gratuita grazie ad un contributo in conto capitale. Con l’obiettivo più ampio di riuscire a realizzare nell’arco di due anni – il 2024 e il 2025 – circa 31mila impianti solari residenziali al servizio di famiglie in condizione di disagio economico. Budget stanziato per il biennio: 200 milioni di euro.

Beneficiari: possono fare richiesta del Bonus Fotovoltaico Reddito Energetico tutti i nuclei familiari con ISEE inferiore a 15.000 euro; oppure inferiore a 30.000 euro ma con almeno 4 figli a carico. L’incentivo è destinato al Soggetto realizzatore dell’impianto.

Tempistiche: le domande per gli incentivi possono essere presentate dal 5 luglio 2024 fino al 31 dicembre 2024, o fino ad esaurimento fondi. Dopo solo 24 ore gli 80 milioni destinati alle Regioni del Sud e le Isole sono andati esauriti. Ad oggi rimangono unicamente quelli per il resto dell’Italia.

Tipologia di intervento: Il bonus Reddito energetico 2024 incentivata i sistemi fotovoltaici residenziali su coperture e/o superfici di edifici con taglia compresa tra 2 e 6 kWp. Il contributo prevede una quota fissa massima di 2.000 euro più una quota variabile di 1.500 euro per ogni kW di potenza installata. Le agevolazioni previste dal Reddito Energetico Nazionale non sono cumulabili con altri incentivi pubblici.

Come fare domanda: L’istanza per il Reddito energetico deve essere inoltrata direttamente dalla piattaforma dedicata del Gse (Gestore dei Servizi energetici), previa iscrizione o identificazione con SPID. L’installazione di moduli fotovoltaici sul tetto va considerata manutenzione ordinaria e pertanto ricade nelledilizia libera che non richiede nessuna autorizzazione o atto amministrativo necessario per procedere immediatamente.

Fotovoltaico gratuito, i contributi del Reddito Energetico (ISEE) 

Bonus Fotovoltaico 50%  

Noto anche come Bonus Casa 50% o Bonus Ristrutturazione, questo contributo permette di portare in detrazione il 50% delle spese sostenute (bonifici effettuati) in caso di interventi di ristrutturazione edilizia. Ma nella lista di lavori rientra anche l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici residenziali.

Beneficiari: Possono portare in detrazione le spese sia i proprietari di singole unità abitative, sia i condomìni per le parti in comune.

Tempistiche: le agevolazioni per i pannelli fotovoltaici rimarranno in vigore fino al 31 dicembre 2024 (salvo proroghe).

Tipologia di interventi:  La detrazione fiscale si applica sulla spesa per impianti fv su tetto, balconi e persino le facciate degli immobili, sistemi di accumulo compresi. Coperto anche anche un eventuale ampliamento dell’impianto solare a patto che la potenza di picco resti sotto i 20 kW. Limite massimo di spesa: 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Questo incentivo permette ancora di optare tra cessione del credito o sconto in fattura, ma unicamente per gli interventi effettuati prime del 16 febbraio 2023, o entro la cui data siano stati stipulati contratti vincolanti. 

Come fare domanda:  La richiesta della detrazione IRPEF deve avvenire tramite la compilazione della dichiarazione dei redditi. Per usufruire del bonus fotovoltaico al 50% è necessario:

  • il bonifico parlante, 
  • l’asseverazione di un tecnico abilitato che attesti i requisiti tecnici dei lavori eseguiti,
  • la congruità delle spese con computo metrico,
  • l’APE,
  • l’invio della comunicazione della scheda tecnica all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori.

Per approfondire le modalità di richiesta, leggi Bonus ristrutturazione, cosa accade se il bonifico parlante non coincide con il beneficiario.

Bonus Fotovoltaico 50%  

Superbonus 70% per il fotovoltaico residenziale

Il Bonus fotovoltaico 2024 più famoso in ambito residenziale rimane quello definito “super”. Ma abbandonato una volta per tutte il generoso e complesso 110%, il Superbonus per gli interventi di riqualificazione energetica in edilizia, pannelli solari per privati compresi, scende all’aliquota 70%. Tra tutti gli incentivi al fotovoltaico 2024, questo contributo è in assoluto il più generoso ma presenta anche rigidi paletti.

Beneficiari: possono portare in detrazione le spese i condomìni e le persone fisiche per interventi su edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente accatastate. 

Tempistiche: il Superbonus 70% rimane in vigore fino al 31 dicembre 2024, poi l’aliquota si abbassa al 65%.

Tipologia di intervento: il Bonus Fotovoltaico al 70% copre le spese sostenute nel 2024 per l’installazione di impianti solari, accumuli compresi, anche se i lavori non vengono effettivamente eseguiti nel medesimo anno. Con l’obbligo però di migliorare la certificazione energetica (APE) dell’immobile di almeno 2 classi. Il massimo che può essere detratto è 2.400 euro per ogni kW di potenza fotovoltaica installata, entro un massimo di 48.000 euro. In alcuni casi è ancora possibile chiedere la cessione del credito 2024.

Come fare domanda: Anche in questo caso la richiesta della detrazione IRPEF avviene tramite la compilazione della dichiarazione dei redditi. Per usufruire del bonus fotovoltaico al 70% è necessario:

  • il bonifico parlante, 
  • l’asseverazione di un tecnico abilitato che attesti i requisiti tecnici dei lavori eseguiti e la congruità delle spese con computo metrico,
  • l’APE,
  • l’invio della comunicazione della scheda tecnica all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori.

Gli incentivi per le Comunità Energetiche Rinnovabili e l’Autoconsumo Diffuso 

Una forma di incentivi fotovoltaici 2024 molto convenienti è stata introdotta dal nuovo Decreto CACER e premia l’energia generata da impianti solari (ma non solo) e condivisa virtualmente nei gruppi di autoconsumo diffuso e nelle comunità energetiche rinnovabili (CER). Il regime prevede una tariffa premio riconosciuta sull’energia condivisa incentivabile e un corrispettivo di valorizzazione ARERA a rimborso di alcune componenti tariffarie (nel 2023 è stato di 8,48 euro/MWh).

Beneficiari: possono richiedere gli incentivi i condomìni nel caso dell’autoconsumo diffuso, i privati cittadini per le CER.

Tempistiche: la misura è già in vigore e può essere richiesta fino al trentesimo giorno successivo alla data di raggiungimento dei 5 GW incentivati totali; o in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2027.

Tipologia di intervento: Possono essere incentivati unicamente impianti entro 1 MW di potenza unitaria. La tariffa premio per il fotovoltaico delle CER e dei gruppi di autoconsumo varia a seconda della zona geografica e si suddivide in una tariffa fissa, legata alla potenza dell’impianto, e una tariffa variabile in funzione del Prezzo zonale.

Tabella incentivi al fotovoltaico nelle configurazioni di autoconsumo virtuale
Tabella incentivi al fotovoltaico nelle configurazioni di autoconsumo virtuale

Come accedere: L’invio della richiesta di accesso al servizio per l’autoconsumo diffuso può essere fatto solo dal Soggetto Referente e l’istanza deve essere trasmessa tramite il Portale informatico del GSE “SPC-Sistemi di Produzione e Consumo”. 

Incentivi per l'Autoconsumo Fotovoltaico: CER e autoconsumo diffuso 

Incentivi per pannelli fotovoltaici nel Conto Termico 3.0 

E’ ancora presto per poter richiedere queste agevolazioni ma è opportuno parlare anche della proposta di Conto Termico 3.0, schema che modifica l’attuale regime incentivante per le rinnovabili termiche. L’attuale bozza del provvedimento propone di ampliare gli interventi ammissibili, incentivando accanto alle fonti rinnovabili termiche anche l’installazione di pannelli fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, presso l’edificio o nelle relative pertinenze. A patto di sostituire contestualmente gli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti a pompe di calore elettriche

Beneficiari: La misura è aperta a privati, PA ed enti del terzo settore.

Tempistiche: Il Decreto Ministeriale è in fase di valutazione, dovrebbe entrare in vigore nel 2024 (salvo ritardi).

Tipologia di interventi: L’agevolazione è un contributo a fondo perduto (valore da definire). Attualmente sono in vigore incentivi che variano dal 40% al 65% della spesa sostenuta. Il Conto Termico è cumulabile con altri incentivi di natura non statale.

Come accedere: L’invio della richiesta di accesso al servizio per l’autoconsumo diffuso può essere fatto solo dal Soggetto Referente e l’istanza deve essere trasmessa tramite il Portale informatico del GSE “SPC-Sistemi di Produzione e Consumo”.

conto termico 3.0

Fotovoltaico, gli incentivi regionali 2024

Non esistono solo gli incentivi statali. Diverse Regioni in Italia offrono oggi delle agevolazioni per i pannelli fotovoltaici, destinate a privati cittadini o comunità. E in molti casi i contributi sono cumulabili con le misure di supporto distribuite a livello nazionale. Vediamo nel dettaglio i bandi regionali 2024 che sostengono la crescita del fotovoltaico residenziale, assieme a tempistiche e modalità per presentare la richiesta.

Gli incentivi al fotovoltaico residenziale del Friuli Venezia Giulia

Il bando del Friuli Venezia Giulia ammette a finanziamento l’acquisto e installazione di impianti fotovoltaici con annessi sistemi di accumulo a batteria, realizzati a servizio di unità immobiliari a uso residenziale con categoria catastale da A1 ad A9 e A11 situati nel territorio regionale.

Beneficiari: Possono partecipare al bando del FVG le persone fisiche residenti nel territorio regionale, ma la richiesta deve essere legata ad un solo immobile.

Tempistiche: il bando regionale è stato lanciato nel 2023 ma le richieste possono essere ancora presentate fino alla fine del 2024.

Tipologia di intervento: gli incentivi sono concessi a fondo perduto nella misura del 40% del costo totale dell’intervento. Per un impianto fotovoltaico di taglia sotto i 800 W (compresi anche i sistemi fotovoltaici Plug and Play da balcone) è ammissibile un costo massimo di 1.720 euro; per un impianto di potenza pari o superiore a 800 W, è ammissibile un costo massimo di 3000 euro al kW (per un totale massimo di 18.000 euro).

Come accedere: la domanda di incentivo deve essere presentata esclusivamente “online” attraverso il sistema “ISTANZE ONLINE” della Regione. L’incentivo è cumulabile con le detrazioni fiscali nazionali e con altri incentivi, purché la somma delle agevolazioni ottenute non superi la spesa complessivamente sostenuta.

Emilia Romagna: Contributi per le Comunità energetiche rinnovabili

L’Emilia Romagna ha lanciato un Bando del valore di 6 milioni euro, per favorire lo sviluppo di CER, in coerenza con la L.R. 5/2022, attraverso la concessione di contributi economici a copertura dei costi per l’installazione degli impianti fotovoltaici di  accumulo dell’energia a servizio delle comunità energetiche stesse e delle relative spese tecniche.

Beneficiari: le Comunità Energetiche Rinnovabili ubicate sul territorio della Regione Emilia-Romagna.

Tempistiche: il bando dell’Emilia Romagna si è aperto il 12 giugno 2024 per chiudersi il 31 ottobre 2024.

Tipologia di intervento: Per ogni Impianto/Unità di produzione deve essere presentata una singola domanda di contributo ed è riconosciuto il 25% dell’importo minore tra: la spesa ammissibile effettivamente sostenuta per l’investimento e  il massimale di spesa ammissibile previsto per l’investimento. La percentuale di contributo riconosciuta per ciascun impianto potrà essere aumentata del 5% qualora la CER sia situata in aree montane ed interne del territorio regionale, oppure vi prendano parte Soggetti economicamente svantaggiati (ISEE fino a 15.000 €), o il progetto sia localizzato nelle aree interessate dall’emergenza alluvione del Maggio 2023.

Come accedere: La domanda di contributo dovrà essere trasmessa alla Regione tramite applicativo web Sfinge 2020. I contributi del bando sono cumulabili con altri aiuti di Stato.

Fotovoltaico residenziale, il bando 2024 della Toscana

Quest’anno la Toscana ha pubblicato il Bando contributi “Casa a zero emissioni” finalizzato al miglioramento della qualità dell’aria nei 14 Comuni dell’area di superamento “Piana lucchese”. L’intervento stanzia 6 milioni di euro per interventi di dismissione di generatori di calore già installati e a uso residenziale a favore di pompe di calore ad alta efficienza, a cui possono essere aggiunti pannelli fotovoltaici con sistema di accumulo a batterie. 

Beneficiari: possono richiedere gli incentivi al fotovoltaico i cittadini residenti nei comuni Altopascio, Capannori, Lucca, Porcari, Buggiano, Chiesina Uzzanese, Massa e Cozzile, Montecatini Terme, Monsummano Terme, Montecarlo, Pescia, Pieve a Nievole, Ponte Buggianese, Uzzano. Ma le richieste devono riferirsi ad un singolo immobile per famiglia.

Tempistiche: il bando è stato aperto il 15 febbraio 2024 e rimarrà in vigore fino a esaurimento fondi.

Tipologia di intervento: in caso di sostituzione di caminetto a legno o stufa a biomassa, il bando della Toscana permette usufruire di un contributi a fondo perduto fino ad un massimo di 3.000 euro per l’acquisto di un impianto fotovoltaico. Più altri 500 euro in caso di aggiunta di un sistema di accumulo. L’incentivo scende a 2.400 euro massimi in caso di sostituzione di un impianto a gasolio.

Come Accedere: solo online tramite la piattaforma di Sviluppo ToscanaLe agevolazioni sono cumulabili con gli incentivi nazionali del Conto Termico e degli ecobonus edilizi e possono essere incrementate in base all’ISEE.

Fotovoltaico Basilicata, il bonus 2024

Per il 2024 la Regione Basilicata ha messo a disposizione 15 milioni di euro con cui incentivare il fotovoltaico residenziale e altri impianti rinnovabili domestici. Alla cifra si aggiungono 24 milioni di euro per il 2025.

Soggetti beneficiari: proprietari o usufruttuari di immobili in cui gli stessi hanno la residenza.

Tempistiche: Il bonus fotovoltaico della Basilicata può essere richiesto dall’8 aprile fino al 31 dicembre 2025 o fino a esaurimento budget.

Tipologia di interventi: Il regime lucano assegna contributi a fondo perduto valido per impianti fotovoltaici con una potenza non inferiore a 3 kWp (5% di tolleranza). Il sussidio può arrivare fino a un massimo di 10.000 euro compresi i sistemi di accumulo.

Come accedere:  La procedura di prenotazione delle risorse è “a sportello”. Le istanze devono essere presentate attraverso la piattaforma “Centrale bandi” della Regione Basilicata.

Bonus fotovoltaico basilicata 2024

Incentivi al fotovoltaico 2024, il bando della Lombardia

La Regione Lombardia è storicamente uno delle amministrazioni territoriali che più ha incentivato il fotovoltaico residenziale. Dai bonus destinati ai pannelli solari sul tetto a quelli per l’accumulo fotovoltaico passando per i contributi elargiti alle comunità energetiche, la Regione si è sempre distinta. Divenendo non a caso, la prima in Italia per numero di impianti solari in esercizio e per autoconsumo solare. Nel 2024 lo slancio “locale” si è affievolito, per lasciare spazio ai nuovi sussidi statali. Reddito Energetico Nazionale e Bonus fotovoltaico 70% in primis. Ma qualcosa ancora persiste come nel caso del Bando Rifugi Alpini del valore di 5.000.000 euro, finalizzato a supportare interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico.

Soggetti beneficiari: Possono chiedere gli incentivi i gestori o i proprietari di rifugi alpinistici ed escursionistici di Comuni montani o parzialmente montani.

Tempistiche: le domande possono essere presentate a partire dalle ore 10.00 del 10 luglio 2024 ed entro le ore 16.00 del 31 ottobre 2024.

Tipologia di Intervento: Si tratta di una sovvenzione a fondo perduto di massimo 300.000 euro a per singolo rifugio. Gli incentivi supportano tra le altre cose, anche l’installazione di impianti fotovoltaici ed eventuali sistemi di accumulo. Ogni soggetto richiedente può presentare più domande nel limite dell’importo max. complessivo di 600.000 euro.

Come accedere: La domanda deve essere presentata esclusivamente mediante la piattaforma Bandi e Servizi della Regione Lombardia all’indirizzo www.bandi.regione.lombardia.it.

Rinnovabili •
About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • Il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili è entrato in vigore

Il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili è entrato in vigore

Il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili del MASE è entrato in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il 2 luglio 2024. Ecco tutte le norme e la suddivisione regionale della nuova potenza verde

Il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili è entrato in vigore
le nuove norme del Decreto Aree Idonee 2024. Via depositphotos

Il Decreto Aree Idonee Rinnovabili è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale

Dopo un lungo periodo di rimpalli tra MASE (Ministero dell’Ambiente) e Regioni, il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili ha concluso il suo iter normativo. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 2 luglio 2024, il provvedimento ministeriale è entrato ieri formalmente in vigore. Nato con l’obiettivo di fare chiarezza sulle aree da destinare o meno agli impianti eolici e fotovoltaici, il testo finale, tuttavia, non centra a pieno l’obiettivo. Il braccio di ferro innescato da poter centrale e potere locale ha ottenuto come risultato quello di demandare il peso delle decisioni più importanti alle amministrazioni regionali. Senza compiere di fatto quella semplificazione e omogeneizzazione inizialmente sperata.

Ma il decreto in questione è molto di più. Nelle sue pagine sono infatti contenute le nuove quote di Burden Sharing, ossia le ripartizioni regionali dell’obiettivo nazionale per la capacità rinnovabile 2030. Nel dettaglio le 19 Regioni e le due Province autonome di Trento e Bolzano dovranno spartirsi 80 GW di potenza verde attesa per la fine del decennio.

Decreto Aree idonee 2024, cosa contiene il testo

Il Decreto Aree Idonee Rinnovabili è composto da 9 articoli in totale, suddividendo le norme in due capitoli: la ripartizione della potenza fra regioni e province autonome; i principi e i criteri per l’individuazione delle cd. aree idonee.

La disciplina è stata voluta dal decreto legislativo n. 199 del 2021, ma nella pratica avrebbe dovuto rispondere ad un bisogno “storico”. L’obiettivo iniziale era, infatti, quello di ridurre al minimo quegli spazi di dissidio che hanno connotato in passato il rapporto tra livelli di Governo proprio in riferimento al tema delle FER.

Tuttavia il provvedimento risponde anche ad una seconda esigenza, ossia dividere tra i territori quegli 80 GW di potenza verde che il Belpaese dovrebbe installare entro la fine di questo decennio. Nel dettaglio a ogni regione è stata assegnata una capacità minima da raggiungere annualmente, a partire dal 2021. Nel conteggio annuale rientrano tutti i nuovi impianti e i progetti di potenziamento. Sia terra che in mare. Ma vediamo la ripartizione nel dettaglio.

Burden Sharing 2030, le nuove capacità rinnovabile regionale

 Ai fini del calcolo per il raggiungimento degli obiettivi territoriali, il Decreto Aree Idonee Rinnovabili tiene conto della potenza nominale degli impianti nuovi, potenziati, riattivati, ricostruiti integralmente o oggetto di rifacimentoentrati in esercizio dal 1° gennaio 2021 fino al 31 dicembre dell’anno di riferimento”. Compreso il 100% della capacità installata in mare.

Per questi ultimi il Decreto prevede, in caso di connessioni ricadenti in regioni diverse da quelle in cui insistono gli impianti offshore, una speciale ripartizione della potenza. Il 20% a carico del territorio  in cui si trovano le infrastrutture di connessione  alla  rete  elettrica  e  il restante 80%, “in via proporzionale rispetto alla reciproca  distanza, tra le altre regioni  la cui costa sia direttamente  prospiciente l’impianto”. 

Ai fini del raggiungimento dei target regionali il nuovo schema Aree Idonee Rinnovabili riconosce per gli impianti geotermici ad alta e media entalpia e quelli idroelettriciuna potenza nominale aggiuntiva pari alla potenza di ogni fonte rinnovabile per il relativo parametro di equiparazione”. Contestualmente il testo affida al GSE il compito di pubblicare i parametri di equiparazione sulla base della producibilità media rilevata da idro e geotermia rispetto a quella da fonte fotovoltaica.

Il contributo maggiore? Sempre quello della Sicilia con oltre 10,4 GW per la fine del decennio, seguita dalla Lombardia (8,7 GW) e dalla Puglia (7,3 GW).

Decreto Aree Idonee 2024, la capacità assegnata alle Regioni

Impianti rinnovabili: aree Idonee, non idonee, ordinarie o vietate

In base al provvedimento Regioni e Province avranno 180 giorni per individuare sul loro territorio con propria legge quattro tipologie di zone:

  • Le aree idonee, caratterizzate da un iter accelerato ed agevolato per la costruzione ed esercizio degli impianti a rinnovabili.
  • Le aree non idonee, le cui caratteristiche sono incompatibili con l’installazione di specifiche tipologie di impianti, sulla base delle linee guida governative già emanate.
  • Le aree ordinarie, ossia aree diverse dalle precedenti in cui si applicano i regimi autorizzativi ordinari.
  • Le aree vietate, zone che in base alle nuove norme introdotte con l’art.5 del DL Agricoltura sono precluse agli impianti fotovoltaici a terra.

Il potere di definire zone “appropriate e non” rimane, dunque, in mano alle autorità regionali e provinciali, ma, in caso di mancata adozione delle legge nei termini previsti e dopo un richiamo ufficiale con nuovo termine, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica adotterà “le opportune iniziative ai fini dell’esercizio dei poteri sostitutivi”.

Decreto Aree Idonee Rinnovabili: Principi e Criteri di individuazione

Il tema è stato uno dei più discussi durante l’iter di approvazione. Dopo una serie di rimaneggiamenti del testo, la formula finale del DM Aree idonee 2024 chiede alle Regioni di prendere in considerazione la massimizzazione delle aree da individuare al fine di agevolare il raggiungimento degli obiettivi del Burden sharing. Dando priorità all’impiego di superfici di strutture edificate, quali:

  • capannoni industriali
  • parcheggi, 
  • aree a destinazione industriale, artigianale, per servizi e logistica.

E verificando  nel contempo l’idoneità di aree non  sfruttabili per altri scopi, come ad esempio le  superfici agricole non utilizzabili.

Alle amministrazioni regionali è lasciata la possibilità di classificare le superfici o le aree come idonee differenziandole sulla base della fonte, della taglia e della tipologia di impianto. Tenendo conto “delle aree immediatamente idonee di cui all’articolo 20, comma 8 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199 vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto”.

Nelle aree non idonee entreranno automaticamente tutte quelle zone e superfici ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio. 

Una delle parti più contestate? Le nuove fasce di rispetto, ossia quelle porzioni di territorio a protezione di elementi sensibili nelle quali le trasformazioni urbanistico-edilizie sono sottoposte a disciplina specifica. In base al nuovo decreto le Regioni possono stabilire una fascia di rispetto dal perimetro dei beni sottoposti a tutela di ampiezza differenziata a seconda della tipologia di impianto. Con un limite massimo di 7 chilometri. I rifacimenti sono esclusi.

Leggi qui il testo in Gazzetta Ufficiale

Rinnovabili •
About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • Incentivi Reddito Energetico, il Sud termina i fondi in 24 ore

Incentivi Reddito Energetico, il Sud termina i fondi in 24 ore

Con oltre 10mila richieste inoltrate attraverso lo sportello del GSE, le famiglie del Mezzogiorno e delle Isole hanno rapidamente saturato il contingente. Ora restano solo gli incentivi di reddito energetico per le altre regioni

Incentivi Reddito Energetico, il Sud termina i fondi in 24 ore
Il contatore degli Incentivi del Reddito Energetico 2024. Credits: GSE

 In un giorno prenotato l’80% delle risorse del REN 2024

Gli incentivi del Reddito Energetico Nazionale sono stati un successo. Perlomeno nelle Regioni del Sud Italia, dove in appena 24 ore sono andati esauriti gli 80 milioni di euro messo a disposizione dal regime. Lo hanno fatto sapere il 6 luglio, con note stampa separate, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetici (MASE) e il Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Al netto  dei controlli e delle possibili rinunce, il REN 2024 ha mostrato come l’interesse per il fotovoltaico residenziale sia ancora particolarmente attivo. E come la misura, nata nel 2019 come strumento regionale di contrasto alla povertà energetica, abbia seguito il giusto corso.

Il Reddito Energetico ha visto la luce la prima volta nel Comune di Porto Torres, in Sardegna, come un progetto fortemente voluto dal sindaco pentastellato Sean Wheeler. L’obiettivo? Portare avanti un percorso sociale di rilancio economico del territorio, dotando le famiglie in difficoltà di pannelli solari gratuiti.

La bontà dell’iniziativa, dimostratasi fin da subito un successo, ha convinto prima altre regioni a replicare lo strumento e il poi il Governo Conte a studiare un meccanismo applicabile a tutto il paese. Tuttavia per trasformare l’idea in realtà sono occorsi anni, a causa sia del cambio di Governo e del rimpasto delle funzioni ministeriali che del particolare periodo storico.

Oggi appare chiaro che l’intuizione di Porto Torres possa costituire uno strumento interessante per alleviare la povertà energetica (allora, ben lontani dal caro bolletta 2022, si stimava un risparmio per famiglia di 150-200 euro). Un’opinione condivisa dal ministro dell’Ambiente Pichetto secondo cui “lo strumento ha avuto un buon  impatto e si rivelerà molto utile; in chiave economica ed energetica per le famiglie che lo hanno scelto, ma anche più in generale verso i nostri obiettivi di crescita delle rinnovabili sul territorio”.

Ma veniamo ai dati di questo fine settimana. Secondo le informazioni condivise dal GSE, le domande provenienti da Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna hanno saturato il contingente dedicato al Mezzogiorno. Ossia 80 milioni di euro su un totale annuale di 100 milioni.

Da questi territori sono arrivate, infatti, oltre 10.500 richieste di accesso agli incentivi Reddito Energetico 2024 in appena 24 ore, dalle 12.00 di venerdì 5 luglio 2024.

Ma il portale del GSE resterà aperto. In ballo ci sono ancora le risorse destinate alle famiglie con basso ISEE nel resto delle Regioni e Province autonome d’Italia. In questo caso il budget di 20 milioni di euro risulta “prenotato” solo per un quarto (dati aggiornati all’8 luglio 2024). Con 618 richieste pervenute.

Per controllare l’andamento degli incentivi REN 24 viene in aiuto il Contatore del GSE che mostra le risorse residue, suddivise per zona geografica e in funzione delle richieste depositate.

In attesa di capire quando il bando sarà definitivamente chiuso e se il Gestore riaprirà lo sportello nel corso dell’anno per riassegnare le risorse liberate da rinunce ed esclusioni, c’è chi propone di anticipare gli incentivi del Reddito energetico 2025.

“Visto il grande successo, chiediamo al Governo di anticipare il bando di febbraio, che prevede altri 100 milioni di euro, in modo da permettere a tutti coloro che sono rimasti esclusi di poter fare richiesta”, scrive Antonio Trevisi, Senatore del Movimento 5 Stelle. “È fondamentale agire rapidamente per soddisfare le esigenze dei cittadini e sfruttare al meglio le risorse disponibili e per questo motivo lancio un appello per l’apertura del nuovo bando nazionale già a settembre, evitando di aspettare fino al 2025, e sollecito la Regione Puglia a riaprire il bando del reddito energetico per i fondi residui. E non dimentichiamo che il reddito energetico non è solo un aiuto economico per le famiglie italiane, ma rappresenta anche un passo significativo sul piano ambientale, verso un futuro più sostenibile”.

Leggi anche Incentivi fotovoltaico, i bonus 2024 per privati e famiglie

Rinnovabili •
About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.