(Rinnovabili.it) – Un piano in tre fasi traghetterà la Cina nella nuova era dell’illuminazione eco-efficiente. Secondo quanto rivelato dall’agenzia di pianificazione, la National Development and Reform Commission (NDRC) da ottobre del prossimo anno Pechino vieterà l’importazione e la vendita di alcune lampadine a incandescenza nel mercato nazionale. Il Governo ha studiato un programma per eliminare gradualmente dagli scaffali la maggior parte dei vecchi bulbi al tungsteno nel tentativo di promuovere il risparmio energetico e riduzione delle emissioni. Nel dettaglio, dal 1° ottobre 2012 toccherà alle lampadine da 100 W e oltre, per mettere al bando quelle da 60 W nel 2014 e quelle da 15 W nel 2016.
La Cina è un importante consumatore di prodotti per l’illuminazione ma soprattutto è il più grande produttore al mondo di lampadine a incandescenza. Nel 2010, la produzione di quest’ultime ha raggiunto le 3,85 miliardi di unità, e le vendite interne circa 1,07 miliardi. Un mercato fruttuoso a cui Pechino, però, non rinuncerebbe senza aver pronto un “piano B”. Il gigante asiatico può vantare, infatti, il primato produttivo anche nei moderni diodi a emissione luminosa; basti pensare che l’85 per cento delle luci a LED fabbricate nel mondo lo scorso anno riportavano la famosa dicitura “made in China”.
Christophe Bahuet, vice Direttore della United Nations Development Programme (UNDP) ha così commentato la notizia: “Il Phasing-out delle lampade ad incandescenza in Cina non solo promuoverà il progresso della tecnologia di illuminazione e la riqualificazione del settore dell’illuminazione, ma darà anche un contributo positivo nei confronti dei nuovi obiettivi di risparmio energetico nazionali, riducendo le emissioni”. Il NRDC si aspetta che il piano faccia risparmiare al Paese 48 miliardi kWh l’anno tagliando le emissioni di anidride carbonica di 48 milioni di tonnellate.