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IntUBE vede il teleriscaldamento nel futuro europeo

(Rinnovabili.it) – E’  stato sviluppato uno strumento idoneo alla simulazione delle performance di una rete di scambio di calore con l’obiettivo di creare un mercato energetico aperto e consentire ai consumatori di risparmiare energia e contribuire ad aiutare l’ambiente.

Finanziato dall’Europa il progetto IntUBE (‘Intelligent Use of Buildings’ Energy Information’) sta sviluppando il mercato dello scambio di calore come parte di un più ampio progetto che ha in bilancio la somma di 4 milioni di euro ed è portato avanti dal CSTB, specializzato nel settore delle costruzioni, con sede in Francia. I partner del progetto si contano dal nord al sud dell’Europa tra cui Senior Research Scientist Mia Ala-Juusela, coordinatore del progetto IntUBE per VTT Technical Research Centre of Finland.

 

“Lo strumento ci permette di dimostrare e analizzare vari concetti di trading del calore all’interno delle reti virtuali di teleriscaldamento” ha affermato la ricercatrice. La negoziazione del calore offre infatti la possibilità di ottenere numerosi vantaggi, ha spiegato Sten-Erik Björling, ricercatrice specializzata in soluzioni di ingegneria civile e ambientale presso la Luleå University of Technology in Svezia.

“La generazione locale di calore può essere molto costosa ma non si corre il rischio che lo  scoppio di uno o due tubi principali possa mettere a repentaglio l’offerta energetica, e i costi di distribuzione rimangono comunque inferiori. Questo tipo di sistema potrebbe infatti essere in grado di sopperire alle oscillazioni della richiesta determinata dalla domanda proveniente dagli edifici commerciali, dove la richiesta di calore è più alta durante il giorno, e i bisogni residenziali, dove la domanda è più alta la mattina e la sera”.

La produzione locale di calore potrebbe quindi garantire enormi benefici ai consumatori che si doteranno di impianti solari, a biomassa  o impianti di cogenerazione di piccola scala. IntUBE sta lavorando anche nel rispetto dell’obiettivo dell’UE di migliorare l’efficienza energetica del 20% entro il 2020 visto che l’attuale tasso di rinnovo degli edifici è troppo lento per garantire il rispetto dei target stabiliti a livello comunitario.

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