Per l’integrazione settoriale e l’elettrificazione serve una capacità di alimentazione aggiuntiva
(Rinnovabili.it) – L’integrazione settoriale, vale a dire l’elettrificazione diretta e indiretta dei trasporti, degli edifici e dell’industria, potrebbe garantire una riduzione del 60% delle emissioni europee entro il 2050. Tuttavia, secondo un rapporto di Bloomberg, istituto di ricerca su energia e finanza, ciò richiederà un decisivo aumento nella produzione di energia pulita.
In Europa, i trasporti, gli edifici e l’industria sono alcuni dei settori che consumano più energia, con il solo riscaldamento domestico responsabile di quasi la metà del consumo energetico dell’eurozona. Per questa ragione, la cosiddetta “integrazione settoriale” delle reti del gas e dell’elettricità potrebbe dare un grande contributo all’obiettivo europeo della neutralità climatica. Non a caso, integrare questi tre settori attraverso un sistema energetico “ibrido”, in grado di combinare gas ed elettricità, fa già parte dell’ultimo piano di Bruxelles, nel tentativo di ottenere ampi tagli nelle emissioni proprio in settori considerati “difficili”.
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Sebbene possano esserci definizioni divergenti su cosa significhi effettivamente l’accoppiamento o l’integrazione settoriale, Gregory Kay di Bloomberg ritiene che possa essere riassunto in termini semplici: “l’integrazione settoriale si riduce nell’elettrificazione”. Quella diretta prevede l’implementazione di veicoli elettrici nei trasporti e la diffusione di sistemi di riscaldamento elettrici, come pompe di calore negli edifici. Quella indiretta prevede un passaggio all’idrogeno “verde” come combustibile per fornire calore agli edifici e energia ai processi industriali.
L’integrazione settoriale, però, richiederà sia la costruzione di una capacità di alimentazione aggiuntiva, sia l’implementazione delle relative infrastrutture (linee elettriche, elettrolizzatori e impianti di alimentazione a gas): entrambe le cose, ovviamente, richiederanno dei costi aggiuntivi. Secondo il rapporto, entro il 2050 la domanda di elettricità in un paese come la Germania dovrebbe essere “doppia di quella che sarebbe senza un integrazione settoriale“ e, nel complesso, il sistema di alimentazione europeo richiederebbe “circa il 75% di capacità di generazione in più” rispetto a quanto sarebbe necessario senza l’integrazione settoriale aggiuntiva.
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Sebbene la Commissione Europea sembra concordare ampiamente con questa analisi – considerando che, nei suoi scenari climatici a lungo termine, il 53% del consumo energetico europeo dovrà essere coperto dall’elettricità generata da fonti rinnovabili – l’esecutivo UE riconosce ancora un ruolo rilevante ai gas a basse emissioni, come idrogeno e biometano. Non a caso, all’inizio di questa settimana la Commissione ha annunciato il lancio di un’Alleanza per l’idrogeno, volta a promuovere la produzione domestica di gas puliti. Per la Commissione, infatti, “l’integrazione settoriale non è solo una questione di elettrificazione, ma soprattutto di come i settori possono interagire tra loro”, ha affermato Costas Stamatis, responsabile delle Politiche energetiche della Commissione Europea.
Dal canto suo, Bloomberg non nega che anche il gas svolgerà un ruolo chiave, ma sottolinea che l’accoppiamento settoriale richiederà una rete più ampia con più interconnessioni, soprattutto in termini di elettrolizzatori e impianti di alimentazione. “Poiché l’idrogeno è fondamentale per l’accoppiamento settoriale, i responsabili delle politiche e i regolatori dell’energia dovrebbero cercare di facilitare il crescente crossover tra i sistemi di alimentazione e gas naturale e lavorare per ridurre le barriere tecniche e normative all’iniezione di idrogeno nella rete del gas”, si legge nel rapporto.
La strategia di integrazione settoriale dell’UE è prevista poco prima dell’estate. “Entro giugno, presenteremo una strategia per l’integrazione settoriale: l’elettrificazione svolgerà un ruolo chiave nel potenziare l’uso delle energie rinnovabili e dobbiamo esplorare nuovi carburanti a basse emissioni di carbonio come l’idrogeno”, ha affermato il commissario europeo per l’energia Kadri Simson.