Oggi per essere prodotti richiedono quasi la stessa energia delle fluorescenti compatte, ma nell’arco di pochi anni potrebbero dimezzare la loro attuale impronta ecologica
Il rapporto esamina l’impronta ambientale dell’intero ciclo di vita delle moderne lampadine, tra cui l’energia e le risorse naturali necessarie per la fabbricazione, il trasporto, l’utilizzo e lo smaltimento per i LED, le fluorescenti compatte, o CFL, e le tradizionali lampadine incandescenti. L’energia consumata dalle luci quando sono accese costituisce ovviamente la maggior parte del loro impatto ambientale. Ma, con un consumo energetico simile tra LED e CFL quando accese, il team di ricerca ha scoperto come la differenza tra le prestazioni ambientali complessive per queste due lampadine “sia in gran parte determinata dall’energia e le risorse necessarie per produrle”, che fa sì che i diodi luminosi siano leggermente più green delle compatte. Unico neo per i LED, la presenza del dissipatore di calore, un segmento alluminio nervato che nelle operazioni di riciclo richiede un processo d’estrazione ad alta densità energetica e crea sottoprodotti diversi, come l’acido solforico, che devono essere smaltiti in maniera particolare. Tuttavia i ricercatori sono convinti che nel 2017 i miglioramenti tecnologici avranno ridotto del 50% l’attuale impatto ambientale dei LED rendendoli il vincitore indiscusso nel settore dell’illuminazione green.