Il 19 settembre scorso sono stati pubblicati in G.U. il D.M. 4 agosto 2011, per il riconoscimento della CAR (cogenerazione ad alto rendimento), e il D.M. 5 settembre 2011, che ne definisce il regime di sostegno. Per il funzionamento in regime di CAR degli impianti che entreranno in esercizio a partire da quest’anno, occorrerà fare riferimento al nuovo metodo di calcolo dell’indice di risparmio energetico (REP), che sostituisce le disposizioni di cui alla delibera AEEG 42/2002. Importanti novità interessano il sistema di incentivazione che, pur rimanendo fondato sui certificati bianchi, avrà, d’ora innanzi, una diversa valenza economica.
I vantaggi già riservati alla CAR, ovvero la possibilità di operare in Scambio sul posto per le unità di potenza fino a 200 kWe, l’applicazione di condizioni tecnico-economiche per la connessione semplificate, l’esonero dall’acquisto di certificati verdi per i soggetti obbligati e la priorità di dispacciamento dell’energia elettrica prodotta, sono confermati. Viene stabilita una durata del periodo di incentivazione di 10 anni per unità CAR e 15 anni per unità CAR abbinate al teleriscaldamento. Il D.M. 5 settembre 2011, inoltre, introduce, nella formula per la quantificazione dei certificati bianchi da assegnare, un coefficiente moltiplicativo differenziato per scaglioni, al fine di incrementare il valore dell’incentivo, favorendo le installazioni di piccola taglia. Da ultimo, apre alla possibilità di evitare lo scambio dei titoli sul mercato. Viene disposto, infatti, che tutti gli operatori possano demandare al GSE il loro ritiro ad un prezzo fissato al momento dell’entrata in esercizio dell’impianto, che rimane poi costante per l’intera durata del periodo di incentivazione. Tale prezzo dovrà essere stabilito sulla base del criterio di armonizzazione dei mercati dei paesi UE, tenendo conto degli obiettivi di risparmio energetico a livello nazionale, del prezzo medio dei certificati, dei prezzi dell’energia e dei costi di realizzazione degli impianti.
Ciò trasforma il meccanismo flessibile dell’incentivazione finora adottato in un sostegno stabile, al riparo dagli effetti delle variazioni nel mercato nazionale dell’efficienza energetica.
Il certificato bianco non viene, comunque, snaturato, restando un incentivo al risparmio di energia primaria. Il numero di titoli generati tramite CAR è proporzionale alla quantità di combustibile che viene risparmiata rispetto alla produzione in assetto separato, secondo i rendimenti medi dei parchi di produzione elettrica e termica nazionali. Dunque, maggiore è la produzione durante l’anno, maggiore è l’entità dell’incentivo, il quale, peraltro, premia le unità cogenerative più efficienti, in grado, cioè, di utilizzare una minore quantità di combustibile per ogni unità di energia prodotta.
Per una macchina di 800 kWe (piccola cogenerazione), con rendimento globale dell’85% ed un buon numero di ore di utilizzo all’anno, si può stimare che i certificati bianchi, al valore di 100 € registrato come media nel primo semestre 2011 per la tipologia II (risparmio di gas naturale), generino un ricavo annuo che si aggira attorno al 5% dell’investimento. Il peso dell’incentivazione nel business plan è molto variabile, in funzione del fatto che altri fattori di redditività dell’investimento, quali il fattore di utilizzo del motore, il rapporto tra i costi delle fonti energetiche e gli usi dell’energia prodotta, possono incidere in maniera molto più decisiva.
Le difficoltà nel disegnare un meccanismo di incentivazione per la cogenerazione, caratterizzata da rendimenti sull’investimento fortemente differenziati in base all’utenza servita, erano e restano oggettivamente insuperabili. Al prezzo di ritiro dei certificati bianchi, che sarà stabilito d’autorità, spetta stabilire se essi potranno funzionare da semplice stimolo per una tecnologia già in grado di sostenersi senza aiuti o funzionare da volano per una sua crescita senza precedenti.