(Rinnovabili.it) – Molti dei più fruttuosi distretti minerari del secolo scorso stanno cercando oggi una seconda vita. Alcuni sono diventati patrimonio dell’umanità, altri sono stati trasformati in attrazioni turistiche, altri ancora sono stati semplicemente abbandonati a se stessi, una volta esaurita la vena. Ed è proprio partendo da quest’ultima realtà che un team di ingegneri americani ha studiato un progetto d‘idroelettrico a pompaggio per una delle storiche miniere di ferro dell’Adirondacks. L’idea di recuperare questi siti ai fini dell’accumulo energetico, ha alle spalle decenni di proposte e ragionamenti di carattere internazionale, ma ben pochi esperimenti pratici. Per Jim Besha, capo della Albany Engineering Corp, è arrivato il momento di rendere realtà il progetto.
L’obiettivo è quello di far circolare alcuni dei milioni di litri di acque sotterranee che hanno inondato i pozzi minerari nel corso degli anni per alimentare un centinaio di turbine idroelettriche sotterranee. Gli impianti sotterranei darebbero così una mano all’accumulo delle fonti intermittenti, come eolico e solare. Il progetto deve ancora affrontare le approvazioni federali e fino a tre anni di costruzione, ma potrebbe diventare uno dei primi impianti d’accumulo “minerari” degli Stati Uniti.
L’idea non è peregrina come dimostra il piano scozzese per un idroelettrico a pompaggio da 400 MW nella miniera di carbone di Glenmuckloch. Il progetto è stato sviluppato da una joint venture tra Buccleuch Estates e 2020 Renewables, che ha già ottenuto l’approvazione delle autorità locali lo scorso luglio. “Per cinque anni abbiamo lavorato a stretto contatto con la comunità locale e con la Hargreaves Mining per restaurare e trasformare il sito”, ha affermato il CEO di Buccleuch Estates, John Glen. L’impianto sarà situato nel sud-ovest Scozia, ma potrebbe richiedere fino a sei anni di lavori per la realizzazione.
È un’ex miniera d’oro invece, quella che intende sfruttare Genex, una società australiana specializzata in energie rinnovabili. Secondo quanto rivelato da ARENA (Australian Renewable Energy Agency), anche in questo caso si tratterebbe di impianto di pompaggio idroelettrico a ciclo chiuso (off-river) con la stessa acqua in circolo tra i due crateri. Il progetto ha una potenza stimata di 300 MW e una capacità di 2.250 MWh.