L'aumento dei prezzi energetici ha inflitto duri colpi sul sistema produttivo nazionale. Eppure esistono strumenti e strategie per rendere le imprese più resilienti, riducendo i costi e allineando la competitività aziendale alla transizione energetica. Ne abbiamo parlato con Ivan Maineri Power Products – Home & Distribution VP di Schneider Electric Italia
(Rinnovabili.it) – Una tempesta perfetta. È stata definita così la spirale di rincari energetici che ha travolto l’economia mondiale nell’ultimo anno. Effetti della pandemia prima, tensioni geopolitiche dopo, il mercato dell’energia ha colpito duramente la ripresa europea e quella italiana, affondando i denti nel settore produttivo. A subirne gli effetti non sono solo le grandi realtà “energivore” ma anche le piccole medie imprese, oggi a tutti gli effetti le meno preparate a fronteggiare il caro bollette.
Secondo il rapporto di primavera del Centro Studi di Confindustria, l’attuale congiuntura determinerà una crescita della bolletta energetica nazionale di circa 68 mld su base annua, di cui 27 mld saranno pagati solo dall’industria manifatturiera.
A fronte del caro-energia, il Governo ha finora stanziato, per la prima metà del 2022 circa 11 miliardi di euro a sostegno di famiglie e imprese con cui tamponare l’emergenza. A livello strutturale invece l’azione dell’esecutivo sembra più cauta e, a differenza di paesi come Germania e Spagna che stanno presentando nuove strategie dedicate a ridurre i consumi, meno attenta all’efficienza energetica. Eppure gestire l’energia in maniera intelligente rappresenta uno degli strumenti disponibili più efficaci per risparmiare. Ma soprattutto la soluzione più immediata per far progredire parallelamente transizione energetica, sostenibilità e competitività del sistema produttivo.
Abbiamo parlato di questi temi con Ivan Maineri, responsabile in Italia del business che si occupa di distribuzione elettrica di Schneider Electric , azienda che fornisce soluzioni digitali finalizzate alla gestione dell’energia, l’automazione, l’efficienza e la sostenibilità.
Dott. Maineri, oggi il caro-energia rischia di generare una drastica frenata della ripresa economica, colpendo duramente tutto il sistema produttivo nazionale. Gli interventi per le imprese approvati negli ultimi mesi dal Governo sono sicuramente utili ma emerge sempre più la necessità di individuare soluzioni strutturali, efficaci nel lungo termine. Quale crede siano gli elementi prioritari su cui puntare?
Come in Schneider Electric diciamo da qualche anno, l’energia più sostenibile è quella che non consumiamo. Sappiamo che il bisogno di energia sta aumentando in modo importante e proprio per questo il primo passo è assicurarsi di usarla solo quando serve davvero.
Partendo da un’attenta attività di monitoraggio le imprese possono identificare gli sprechi e fare dei confronti per verificare di avere la necessaria efficienza energetica. La digitalizzazione può aiutarci in questo senso. Noi negli ultimi anni abbiamo lavorato sempre più su prodotti nativamente connessi, che possano comunicare e trasferire informazioni sui consumi energetici e anche sull’efficienza operativa: questi prodotti si possono impiegare in aziende ad alta intensità energetica o ad alta sensibilità energetica, che in genere già hanno infrastrutture per monitorare, ma anche nell’ambito di siti industriali più piccoli o nel mondo del building e del terziario. Anche loro possono e devono puntare sul digitale, sfruttando il cloud come piattaforma su cui avere disponibilità dei dati, analizzarli, attuare correttivi e adottare i comportamenti più virtuosi.
Schneider Electric ha fatto di decarbonizzazione e innovazione un binomio inscindibile, ma cosa può fare nel concreto per consentire alle aziende di accelerare il percorso di sostenibilità?
Il tema della sostenibilità ha ormai un carattere di urgenza, il tempo a disposizione per invertire la rotta nel cambiamento climatico è sempre di meno; non a caso Schneider ha preso degli impegni in prima persona per raggiungere ambiziosi obiettivi di sostenibilità.
Le attività che mettiamo in campo direttamente ci aiutano a essere un partner credibile per le realtà che vogliono – e devono – intraprendere un percorso analogo.
Il primo ambito, quello relativo alle emissioni di anidride carbonica dirette, è quello dove storicamente abbiamo maggiormente lavorato, poiché era insito nella missione di Schneider, aiutare le aziende ad essere più efficienti energeticamente e operativamente, il che – oggi sempre più grazie al digitale, come già spiegavamo in precedenza – ha anche un impatto importante in termini di riduzione dei consumi.
Ma anche negli gli ambiti 2 e 3 (emissioni indirette e coinvolgimento della catena del valore), possiamo supportare i clienti con i nostri servizi per l’ energia e sostenibilità; siamo in grado di disegnare con l’azienda la sua strategia di sostenibilità e supportarla in tutte le fasi, dall’acquisto di energia verde alle attività di implementazione di soluzioni e iniziative.
In un percorso verso un mondo “net zero” sarà l’ambito 3, quello delle emissioni legate alla catena del valore, a costringere molte aziende ad intraprendere azioni di decarbonizzazione, perché il loro impegno sarà vincolato a quello delle aziende che guidano questa trasformazione. Se oggi il 30% delle società presenti nella lista Fortune 500 dichiarano obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni già entro il 2030, quando andranno a toccare le fonti indirette creeranno un effetto “ di rete” sulla loro supply chain.
L’azienda sta implementando la sua visione “Elettricità 4.0” all’interno di abitazioni, edifici, Data Center, industrie e reti. Un approccio che potremmo definire a 360 gradi. Come si inserisce in questo contesto il tema della mobilità elettrica?
E’ chiaro che la Mobilità elettrica spingerà il bisogno di energia e di gestione della stessa. Di conseguenza l’infrastruttura elettrica deve essere rivista, ma non ovunque si potrà modificare gli impianti per questa maggiore necessità. Per questo l’elettricità 4.0 permetterà alle aziende o gli uffici di gestire l’energia anche laddove ci siano una quantità di punti di ricarica importanti.
Nel nostro caso, ad esempio, presso la sede di Stezzano abbiamo installato oltre 20 stazioni di ricarica all’interno del parcheggio aziendale, ma attraverso l’utilizzo del sistema EcoStruxure EV Charging Expert (EVCE) assicuriamo che la stazione di ricarica riceva la massima energia tenendo in considerazione in consumi del resto dell’impianto. Con l’utilizzo di questa soluzione, la ricarica dei veicoli elettrici è quindi equa e controllata, evitando interruzioni dell’alimentazione a livello di impianto o sanzioni per il superamento della domanda di energia rispetto al valore contrattuale.
in collaborazione con Schneider Electric