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Fuel cell efficienti: oro e curcuma per un elettrodo imbattibile

Fuel cell efficienti
Foto di Antonio Cansino da Pixabay

Scoperto un nuovo modo per combinare la curcumina alle nanoparticelle di oro

(Rinnovabili.it) – Arriva direttamente dalla cucina il nuovo ingrediente per fuel cell più efficienti. A rivelarlo, un gruppo di scienziati in India, appartenenti al Clemson Nanomaterials Institute (CNI) e allo Sri Sathya Sai Institute of Higher Learning. Il gruppo ha impiegato la curcuma per realizzare catodi di celle a combustibile a etanolo diretto.

Queste pile presentano da sempre un grande nodo tecnico: per convertire efficacemente l’alcol in elettricità, la cella richiede catalizzatori a base di platino sugli elettrodi, un metallo non solo costoso ma anche soggetto ad “avvelenamento” da monossido di carbonio. La presenza, anche in piccole quantità, di CO può infatti abbassare la resa della pila a combustibile.

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La ricetta per fuel cell efficienti

Per risolvere il problema, il team ha usato nanoparticelle d’oro come catalizzatore; ma anziché impiegare polimeri conduttori, strutture metallo-organiche o altri materiali complessi per depositarlo sulla superficie del catodo, i ricercatori hanno preferito la curcumina, estratto della curcuma.

La sostanza è stata usata per creare una rete porosa attorno alle particelle al fine di stabilizzarle. “Senza questo rivestimento, le prestazioni sono scarse”, ha affermato il professore Apparao Rao, direttore fondatore del CNI. Il nanocomposito ha mostrato un’eccellente stabilità (~ 200 cicli), facile capacità di trasferimento di elettroni e ottima attività catalitica.

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“C’è una grande spinta nel campo dell’ossidazione dell’alcool”, ha aggiunto Rao. “Questa scoperta è un eccellente fattore abilitante per tale fine. Il passo successivo è aumentare il processo e lavorare con un collaboratore industriale che possa effettivamente produrre fuel cell efficienti e pile di celle a combustibile per applicazioni reali”. Ma la ricerca, sottolineano gli scienziati, potrebbe avere implicazioni più ampie, migliorando in futuro anche le proprietà di sensori e supercondensatori. Lo studio è stato pubblicato su Nano Energy (testo in inglese).

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