Oggi a Milano la conferenza con cui la Federazione e Gestione Energia hanno illustrato le opportunità derivanti dallo sviluppo dei Sistemi di Gestione dell’Energia (SGE)
Per raggiungere i target previsti dal dettame europeo, infatti, l’Italia dovrà fare una manovra consistente in termini di riduzione dei consumi (20 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio), investimenti nel settore (tra i 50 e i 100 miliardi di euro) e risparmi in bolletta (20 miliardi all’anno), stimolando al contempo la creazione di una filiera dell’efficienza energetica capace di dare slancio economico e occupazionale alle imprese. A ciò, si aggiunge l’obbligo per le grandi imprese della diagnosi energetica quadriennale, che la Direttiva prevede e che per FIRE potrebbe essere conseguito implementando un SGE certificato secondo la norma ISO 50001.
Come ha commentato Di Santo, i Paesi che hanno normato i SGE hanno potuto beneficiare di ingenti riduzioni dei consumi. «Un’adeguata incentivazione da parte dello Stato verso la certificazione delle imprese – ha concluso Di Santo – crea dei meccanismi virtuosi e reali di efficienza energetica. Sarebbe opportuno che un idoneo supporto potesse trovare spazio all’interno del potenziamento del meccanismo dei certificati bianchi previsto dal D.Lgs. 28/2011 e dalla recente Strategia Energetica Nazionale (SEN)».