Ingenti i benefici economici derivanti da una corretta politica di sostentamento alle fonti rinnovabili, che apporterebbero ad una significativa crescita del mercato italiano.
(Rinnovabili.it) – Secondo un documento redatto dal Prof. Andrea Gilkardoni, dell’Università Bocconi di Milano, ammonterebbero a 79 miliardi di euro i benefici economici derivanti dalle fonti rinnovabili per l’Italia, stimate al 2030. La proposta per un rilancio del settore è quindi basata principalmente sul sostegno di innovazione, ricerca ed esportazione. I dati, derivanti da un’attenta analisi delle esperienze maturate nel triennio compreso tra il 2008 e il 2011, si riferiscono a vantaggi in termini di occupazione, mancata importazione di combustibili fossili, export netto dell’industria e riduzione del prezzo di picco dell’energia. Tali benefici, afferma Gilkardoni, potrebbero essere raggiunti solo attraverso un’attuazione di politiche energetiche a sostegno delle FER, basate su obiettivi di politica industriali anche a livello internazionale. Con l’attuazione di politiche mirate il mercato delle rinnovabili italiano, che attualmente riveste un ruolo marginale a livello planetario, si potrebbe portare il comparto a rappresentare una quota pari al 3%, equivalente a 8 miliardi di euro, con impatti economici più che positivi.
“La fondamentale importanza dello studio è basata sui risultati estremamente positivi in termini puramente economici che lo sviluppo dell’eolico e delle altre rinnovabili non fotovoltaiche portano… In sostanza sarebbe miope bloccare gli investimenti nell’eolico pensando di risparmiare costi al sistema, è invece vero il contrario cioè gli investimenti privati nel settore del vento generano ritorni in termini economici, occupazionali, di sviluppo e esportazione del sistema industriale, riduzione dei costi di importazione dei combustibili fossili molte volte superiori. Investire oggi in meccanismi di sostegno corretti e sostenibili significa garantirci grandi ritorni nel prossimo futuro oltre che ambientali anche economici”, queste le impressioni di Simone Togni, Presidente dell’ANEV.