Nuove critiche piovono sulle norme per ecobonus e sismabonus inserite nel Decreto Crescita
(Rinnovabili.it) – Il Decreto Crescita è diventato realtà e con lui alcune delle ultime novità in tema di energia e l’edilizia. L’attenzione è ovviamente tutta sulle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica e gli interventi antisismici. Il provvedimento, pubblicato il 30 aprile in Gazzetta ufficiale, interviene, infatti, sia sulla disciplina degli ecobonus che su quella dei sismabonus. Oltre a potenziare i secondi (si ampliano le classi di rischio sismico che posso accedere alle detrazioni), il decreto entra nel vivo di una questione abbastanza dibattuta: la cessione del credito.
Nel dettaglio il testo prevede che il soggetto che effettuerà gli interventi (sia di retrofit energetico che di messa in sicurezza) potrà richiedere il bonus fiscale come detrazione Irpef spalmata in 10 anni o come sconto da parte sulle spese dell’intervento da parte del fornitore. Il contributo sarà recuperato dal fornitore come credito d’imposta, di pari ammontare, da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo (e non più dieci), senza l’applicazione dei limiti di compensabilità. Tuttavia la cessione può essere effettuata sola volta e obbligandone l’utilizzo esclusivamente in compensazione.
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Il meccanismo ha ricevuto fin da subito le prime critiche. Se, infatti, è probabile che i cittadini optino per ricevere subito uno sconto piuttosto che aspettare 10 anni di piccole detrazioni fiscali, è anche vero che tale opzione non avvantaggia tutti. Lo aveva ricordato all’inizio di aprile Rete Irene, e oggi torna sull’argomento Federesco secondo cui tale nuova disciplina “sarà a favore esclusivamente delle varie utility del settore energetico che hanno la capacità e la solidità a fare tali operazioni, sebbene di fatto in conflitto di interessi, escludendo le centinaia di Esco certificate, altamente qualificate e specializzate a proporre interventi di efficienza energetica integrati”.
In altre parole le imprese (edili, d’installazione di impianti, o aventi attività integrata) e le ESCo che non possiedono la capienza fiscale sufficiente per assorbire i crediti fiscali trasferiti, saranno tagliate fuori. Federesco ritiene che sia necessario che sismabonus ed ecobonus siano cedibili da parte di chiunque nei confronti di qualunque soggetto, compresi gli istituti bancari, per un numero illimitato di volte. “Solo togliendo tutti i vincoli – aggiunge l’associazione – si permetterebbe il vero sviluppo dell’efficienza energetica nel settore immobiliare italiano e si raggiungerebbero gli obiettivi al 2030, verso un’economia low-carbon al 2050 […] Auspichiamo che, in sede di conversione del decreto, si apportino le modifiche necessarie a liberalizzare il settore dell’efficienza energetica nel settore immobiliare”.