Anche Facebook pensa all'ambiente e alimenta il suo data center di Luleå con energia elettrica proveniente da un impianto idroelettrico
(Rinnovabili.it) – Anche il social network più popolare al mondo ama la natura e vuole rispettare l’ambiente. E’ recente infatti la notizia che Facebook sta attualmente utilizzando il data center svedese di Luleå localizzato ai margini del Circolo Polare Artico, alimentandolo esclusivamente con energia prodotta da fonte idroelettrica ottenendo così elevati livelli di efficienza e raffreddano i sistemi con un sistema naturale di free cooling che utilizza l’aria proveniente dall’esterno invece che sistemi di raffreddamento tradizionali, altamente energivori.
Inoltre la filosofia del centro dati si basa sulla corrente che viene definita vanity free ovvero che si interessa principalmente della funzionalità di un data center piuttosto che del suo aspetto, permettendo così di eliminare le parti di plastica e di metallo superflue.
“Tutte queste accortezze migliorano i livelli di ottimizzazione dell’efficienza energetica (power usage efficiency-PUE)” è stato riferito da un portavoce di Facebook “Dai primi test il centro dati di Facebook Luleå segna una media di 1,07 PUE nella regione. Come con gli altri nostri centri dati, ci sarà presto aggiunta di un monitor che segnalerà i PUE in tempo reale in modo che tutti possano vedere quanto stiamo consumando minuto per minuto”. Il PUE rivela infatti quanta energia viene impiegata per l’alimentazione di apparecchiature IT in contrapposizione a quanto necessario per un sistema di raffreddamento o per altre funzioni di supporto.
Alla notizia ha fatto eco la dichiarazione di Greenpeace, lieta di vedere un impegno ambientale così determinato a ridurre le proprie emissioni inquinanti.
“Queste aziende stanno costruendo i loro data center avendo in mente l’utilizzo di energia pulita, che invia un segnale chiaro ai programmi di utilità e funzionari di governo che l’energia rinnovabile non è solo possibile, ma anche business-smart per l’economia del 21 ° secolo.”