(Rinnovabili.it) – Terzo round e ultimo round per “Etichetta furbetta”, l’indagine realizzata da Legambiente in collaborazione con Movimento Difesa del Cittadino per verificare la corretta applicazione dell’etichetta energetica in Italia.
E furbetta è davvero l’appellativo giusto se si considera che, nonostante le chiare direttive europee sulla questione, in Italia quasi un prodotto su due risulta venduto con un’etichetta scorretta o addirittura senza. La ricerca, che si inserisce nel progetto pilota Marketwatch, ha controllato 4637 prodotti tra negozi fisici (2704) e negozi online (1933). E le prime pecche appaiono già nella tipologia di punto vendita. Se per gli store fisici, infatti, c’è una corretta applicazione dell’etichetta energetica nell’81% dei casi, per quelli online si registra una non conformità del 77%; inoltre per questi solo il 23% dei loro prodotti è da considerarsi correttamente etichettato con i risultati peggiori per cappe aspiranti (89% non conformi), televisori (75%) e forni (64%).
“Emerge un grave problema – commenta Francesco Luongo, vicepresidente del Movimento Difesa del Cittadino – riguardante le vendite on line che sono destinate ad aumentare in maniera esponenziale nei prossimi anni. Gli organi di vigilanza, primi fra tutti il MISE, l’Autorità Antitrust e la Polizia postale devono vigilare e intervenire tempestivamente. Da parte nostra continueremo a monitorare anche attraverso questo progetto le proposte di commercio elettronico”.
Nei negozi fisici invece, gli elettrodomestici dove più facilmente è stata riscontrata la mancanza di etichetta sono gli aspirapolvere (32% venduti SENZA etichetta), i televisori (18%), e le ultime arrivate nella famiglia delle energy label ovvero le cappe aspiranti (50%). La categoria migliore? Le lavastoviglie: meno del 2% è senza etichetta.
“Le direttive Ecodesign ed Etichetta Energetica – dichiara Davide Sabbadin, responsabile efficienza energetica di Legambiente – sono di notevole importanza per il clima e particolarmente simboliche alla vigilia della COP di Parigi. Se venissero correttamente applicate, il taglio annuale alle emissioni di CO2 sarebbe di circa 500 milioni di tonnellate, cioè l’1,5% delle emissioni mondiali, pari a quelle del parco auto circolante in Europa. Inoltre, la loro applicazione potrebbe far risparmiare quasi 400 euro a famiglia”.
Nel frattempo prosegue il lavoro all’interno dell’UE per ridisegnare l’etichetta energetica: la Commissione ha proposto le disposizioni di ridimensionamento lo scorso giugno, avanzando l’ipotesi di una sola scala di etichettatura energetica da A a G e una banca dati digitale per i nuovi prodotti ad alta efficienza energetica.
La prossima mossa toccherà al Consiglio dei Ministri dell’Energia europei che il prossimo 26 novembre si troverà a Bruxelles per discutere del documento.