In occasione di Expo 2015, la nostra redazione scientifica ha sviluppato uno studio per approfondire una tematica sempre più attuale: l’Ethical Energy farm, nuovo modello energetico in agricoltura
(Rinnovabili.it) – Il concetto di agricoltura sostenibile non è più sconosciuto. Oggi sono bene chiare quali siano le alternative eco-compatibili per rendere la produzione agricola e agroalimentare non solo garante di un basso impatto ambientale ma anche in grado di preservare la “risorsa Natura”.
Si tratta di un modello di produzione che non solo evita lo sfruttamento eccessivo del suolo, dell’acqua e dell’aria, ma che è anche economicamente vantaggioso per gli agricoltori, socialmente giusto, ed in grado di contribuire al miglioramento delle condizioni di vita di tutta la comunità. Ma se dal lato della tutela ambientale le opzioni a nostra disposizione sono note, meno in luce appaiono essere quelle sotto il profilo energetico. Eppure si tratta di un elemento egualmente importante, soprattutto alla luce dei dati suoi consumi energetici. Secondo un rapporto curato dall’ENEA, i “consumi energetici finali” interni complessivi d’energia (sia termica che elettrica) per l’agricoltura nazionale sono stati pari a 3,3 Mtep (statistiche 2010). Di questi circa il 70% è legato all’uso dei combustibili. A questo dato se ne aggiunge uno ancora più importante, quelle delle emissioni direttamente connesso all’attività agricola: gran parte dei gas serra connessi alla produzione agricola, come è intuibile, è legata ai suoli agricoli (16,6 Mt CO2eq), alla fermentazione enterica (10,7 Mt CO2eq) e alla gestione delle deiezioni animali (5,4 MtCO2eq). E sebbene la media nazionale emissioni sia sotto a quella europea di 2.8 punti percentuali, lo spazio di manovra per migliorare le performance, soprattutto quelle legate all’energia, rimane molto ampio.
E’ partendo da queste evidenze che nasce la Ethical Energy Farm (EEF), un nuovo modello di produzione agricola capace di valorizzare gli strumenti sostenibili oggi a disposizione per divenire paradigma di un cambiamento sia in termini di riduzione delle emissioni che taglio della bolletta. Il nome, non a caso, unisce due parole quali etica ed energia, concetti che non possono che essere strettamente correlati. L’evoluzione dei consumi e degli sprechi della società contemporanea stanno difatti rendendo sempre più urgente un approccio alla questione energetica che collimi con il principio della responsabilità ambientale. Le naturali conseguenze che le scelte energetiche a nostra disposizione comportano sulle generazioni, presenti e future, sono tali da farne una questione etica prima che tecnologica.
Ecco perché uno dei principali punti qualificanti dell’Ethical Energy Farm è l’autosufficienza energetica: la EEF è una fattoria che non ha paura di utilizzare tutti gli strumenti e le tecnologie green a disposizione per rendersi energeticamente indipendente e produrre limitando l’emissione di inquinanti, nell’ottica della massima efficienza. Secondo elemento clou, quello legato al recupero e riciclo delle materie: la fattoria etica non spreca, bensì, in linea con i dettami dell’economia circolare, è in grado di sfruttare al massimo il valore dei sottoprodotti o “rifiuti”. Sulla base dei contributi del Comitato scientifico e dei referenti tecnologici che collaborano con la testata, Rinnovabili.it ha sviluppato un dossier per esplorare quanto il nuovo modello di fattoria sia attualizzabile e con quali potenzialità energetiche ed ambientali. Un viaggio nell’innovazione tecnologica, raccontato in modo semplice ed immediato, sul tema dell’impatto ambientale e dell’autonomia energetica nel contesto rurale.
Il percorso che ci porterà ad esplorare l’EEF – Ethical Energy Farm – si svilupperà in 10 articoli monografici per scoprire il mondo della sostenibilità ambientale ed energetica nelle attività di coltivazione, raccolta e trasformazione dei prodotti agricoli. In particolare saranno prese in esame le principali tecnologie e metodiche relative alla generazione distribuita, alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica, compatibili con il contesto e l’attività del comparto. Attraverso best practies già realizzate e un’analisi delle potenzialità si cercherà di comporre il quadro di un nuovo modello di produzione.
Nel dettaglio si andranno a valutare le seguenti tematiche:
1. Serra fotovoltaica: grazie ai moduli pv, la struttura agricola consente, nel contempo, di coltivare e produrre energia pulita senza togliere spazio alle colture. Uno studio del CNES riporta per l’Italia un potenziale realistico di installazioni fotovoltaiche calcolato sulla disponibilità di infrastrutture agricole (capannoni e tettoie rurali), pari a 9,8 GWp al 2015.
2. Solare termico: applicazione utile non solo per la produzione di acqua calda sanitaria (la cui richiesta è elevata per i processi come la pastorizzazione del formaggio) ma anche per l’essiccazione del foraggio e delle derrate agricole.
3. Recupero e depurazione delle acque reflue: l’uso delle acque reflue nell’ambito di una gestione integrata delle risorse idriche permette di aumentare la disponibilità di acqua per usi qualitativamente meno esigenti, recuperando le sostanze fertilizzanti, e di ridurre nel contempo l’inquinamento dei corpi idrici ricettori.
4. Mini-eolico: a differenza dei grandi impianti, maggiormente impattanti dal punto di vista estetico dal complesso iter burocratico, il mini eolico assicura una facile installazione con costi contenuti, una gestione semplice ed una perfetta integrazione con l’ambiente circostante.
5. Mezzi a trazione elettrica: le possibilità vanno dalla versione ibrida, corredata da un motore che ricarica le batterie a quelli full- electric, ottenibili magari da un retrofit dei mezzi già in possesso degli agricoltori, in maniera da ridurre i costi.
6. Biomassa: i materiali e residui di origine agricola e forestale (tronchi, rami, fascine, resti di potatura, fusti di granturco, paglia, foglie) possono essere utilizzati per riscaldare efficacemente gli ambienti. Secondo dati Enea-Coldiretti, la massa legnosa potenzialmente ottenibile in termini di legna dai cedui e dai residui forestali è stimabile in 6 milioni di tonnellate costituiti da legna da ardere (2/3) e legname da opera, equivalenti a non meno di 6 Mtep l’anno.
7. Mini – idroelettrico: rientra fra gli usi plurimi che si possono fare delle acque irrigue; sfruttando i canali di irrigazione già esistenti, con minimi investimenti è possibile produrre energia elettrica ecosostenibile che non sia penalizzata dall’impatto ambientale come avviene per i grandi e medi impianti idroelettrici.
8. Produzione del biogas: ottenuto dai rifiuti agricoli e dalle deiezioni animali, può costituire un’utile fonte sia di calore che di elettricità; nel secondo caso si stima un contributo del biometano in grado di raggiungere 9,4 TWh l’anno al 2020.
9. Produzione del biocarburante: si riferisce principalmente al processamento chimico di piante oleaginose per la sintesi del biodiesel, o a quello di prodotti agricoli ricchi di carboidrati e zucchero, per la sintesi di bioetanolo. Sommando entrambi i settori si stima una potenzialità al 2020 di 2,7 Mtep.
10. Efficienza energetica: come in qualsiasi altro comparto, l’efficienza energetica è uno degli elementi imprescindibili anche in una fattoria. Per tagliare la bolletta si può ricorrere alla sostituzione dell’illuminazione con scelte che premino maggiormente il risparmio energetico, così come rivolgersi ai dettami della bioclimatica per intervenire su ventilazione o coibentazione.
La finalità del dossier è quella di fornire una rassegna sullo “stato dell’arte” delle tecnologie e dell’innovazione del settore per illustrare l’applicabilità e l’interazione tra loro delle varie tecnologie nell’ambito delle attività di coltivazione, di manutenzione, di stoccaggio, di gestione tecnica degli impianti e degli ambienti indoor, oltre a quelle residenziali ed agli spostamenti interni.