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Energy manager, crescono le nomine italiane

Aumenta l’attenzione delle imprese e degli enti verso l’efficienza energetica, rafforzando il ruolo degli energy manager soprattutto nell’industria

Energy manager, crescono le nomine italiane

 

(Rinnovabili.it) – Più 2,2%. Questa la crescita segnata in Italia dagli energy manager, figura professionale dedicata all’analisi, il monitoraggio e l’ottimizzazione dell’uso dell’energia delle imprese e degli enti, pubblici o privati. È quanto emerge dal Rapporto 2016 di FIRE. Secondo il documento nel 2015 i soggetti obbligati che hanno nominato energy manager sono stati 1.507 mentre sono 725 le nomine volontarie, in aumento, complessivamente, del 2,2% su base annuale.

 

“Ci sono ancora molte inadempienze (la P.A. presenta tassi di inosservanza nell’ordine del 70-90%, in peggioramento)- spiega FIRE in una nota stampa -. Al contrario nel settore industriale, in particolare nei settori energivori, la copertura dei consumi energetici coperti da energy manager risulta molto elevata”.

La relazione ricorda anche come lo scorso anno sia introdotta una novità: all’atto della nomina è obbligatorio comunicare i consumi di energia distinti per vettore energetico o combustibile. Questo ha permesso di analizzare un altro dato interessante: la somma dei consumi (in Mtep) dei soggetti nominanti totali, ripartiti per area geografica, risulta essere molto sbilanciata. Il nord si attesta intorno a 45 Mtep, il centro circa a 27 Mtep e per ultimo il sud e le isole con 9 Mtep.

 

La Federazione ha realizzato anche un’indagine a corredo dei dati forniti nell’ambito delle nomine annuali con l’obiettivo di evidenziare i margini di miglioramento (disponibilità di dati, committment dell’alta direzione, diffusione dei contratti EPC nella P.A., etc.) e gli elementi di attenzione, come la formazione la cui prima voce risulta legata all’aggiornamento legislativo, rappresentativo di un Paese bloccato da un eccesso di leggi. Dall’indagine è emersa anche la problematica relativa alla comunicazione interna, che impatta sul ruolo dell’Energy manager, nonché la mancanza spesso di obiettivi interni e di budget (quindi scarsa autonomia e commitment aziendale).

 

Dario Di Santo, direttore FIRE, ha concluso mettendo in evidenza le prossime attività FIRE “Ci muoveremo in futuro per supportare la P.A. sulla nomina dell’energy manager e sulla facilitazione degli interventi di efficientamento energetico”. Ha continuato dicendo “Efficienza energetica e core business devono essere meglio collegate, coniugando l’Accordo di Parigi con la competitività, come già fatto da alcuni business leader. Come farlo sarà uno dei temi affrontati nell’Osservatorio”.