Rinnovabili • Rinnovabili •

Incentivi alle rinnovabili: l’UE pensa ad una strategia condivisa

Per promuovere le energie rinnovabili a livello europeo si sta pensando ad una strategia condivisa che ne faciliti lo sviluppo

(Rinnovabili.it) – L’Europa sta cercando un sistema integrato per la promozione delle energie rinnovabili e al contempo sta organizzando nuovi obiettivi energetici per il periodo successivo al 2020 proponendo le possibili soluzioni che potrebbero contribuire ad incrementare gli investimenti nel settore. Di questo si è discusso in occasione dell’adozione della risoluzione non vincolante sulle energie rinnovabili firmata ieri dall’Energy Committee.

 

“Il rapporto offre una panoramica realistica sulle sfide future per le energie rinnovabili, ma anche le opportunità che ne derivano. Tutti noi ci aspettiamo che la quota di energie rinnovabili cresca, ma saremo in grado di adattarci alla crescita solo se le infrastrutture necessarie saranno adeguate. L’intermittenza delle fonti rinnovabili non ha bisogno solo di di impianti di stoccaggio e di back-up, ma anche di un ammodernamento della rete esistente. La ristrutturazione che è un processo piuttosto costoso, quindi dobbiamo fare tutto il possibile per ridurre i costi delle energie rinnovabili. Il nostro accordo attuale con una vasta gamma di differenti meccanismi di sostegno non è certo l’ideale, soprattutto per quanto riguarda il mercato interno dell’energia. In futuro dovremmo trovare un approccio più europeo. Le potenzialità enormi di diversi Stati membri devono essere utilizzate”, ha detto il relatore Herbert Reul ( PPE, DE).

 

Sembra quindi che i diversi meccanismi di sostegno dedicati alle energie rinnovabili siano di fatto elemento di confusione e di disgregazione del mercato, che ha invece bisogno di un approccio unico e condiviso per la promozione delle energie rinnovabili, si legge nel testo. Ma per dare maggiore coesione al processo l’Europa ha anche bisogno di nuovi obiettivi energetici che vadano oltre il 2020, target a lungo termine che vadano fissati fino al 2050 con il suggerimento di fissare la quota obbligatoria di produzione energetica da fonti green al 30%.