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Le società dell’energia verde surclassano quelle fossili

Le maggiori compagnie quotate in borsa che producono ricavi principalmente grazie alle rinnovabili, stanno ottenendo ritorni migliori rispetto le controparti fossili

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(Rinnovabili.it) – Negli ultimi sei anni il movimento globale del divestment è cresciuto in maniera sostanziale. Un numero sempre maggiore di investitori istituzionali e individuali che rappresentano oltre 6mila miliardi di dollari di asset in gestione hanno abbandonato i combustibili fossili per reinvestire nell’energia verde. Un trend che ha compiuto un vero e calcio balzo in avanti con la COP 21 di Parigi nel 2015 e il conseguente accordo globale sul clima. Il tempo ha dato ragione a chi ha scommesso sulle fonti rinnovabili e le tecnologie pulite.

 

Lo dimostrano i primi affanni del mercato del carbone. E lo dimostra anche Carbon Clean200, la classifica che comprende le maggiori società quotate in borsa i cui ricavi sono legati principalmente all’energia pulita. La posizione in graduatoria è stilata in base ai ricavi derivanti dall’energia verde e dalle tecnologie connesse. Ricavi che, in questo ultimo aggiornamento della Carbon Clean 200, premiano con un primo posto la tedesca Siemens e i suoi ben 40,7 miliardi di dollari ottenuti dalle “green tech”. Secondo posto per la giapponese Toyota con 40,2 miliardi seguita con un certo distacco dalla francese Schneider Electric con 22,2 miliardi.

Nella top-ten fanno capolino anche Svizzera, Danimarca, Regno Unito USA e Canada, tutti paesi con almeno una società nei primi posti. Se ampliamo lo sguardo a tutto il mappamondo, le compagnie asiatiche sono quelle più numerose, Cina in primis con ben 68 realtà. Di società italiane in lista, invece, ne appare una sola: la Prysmian, oggi al 58esimo posto.

 

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Ma al di là della distribuzione geografica, l’aspetto più interessante è senza dubbio il risultato finale in termini di ricavi. Stando al report, infatti, le azioni delle società verdi hanno guadagnato il 32,1% in valore. Una percentuale che è quasi il doppio rispetto al 15,7% previsto dall’S&P Global 1200 Energy index, nonostante una generale ripresa dei prezzi del petrolio durante il periodo di valutazione. “Le forze di mercato continuano a dimostrare che la nuova economia energetica non è solo un settore in crescita, ma continua a superare quello basato sui combustibili fossili”, ha dichiarato Andrew Behar, amministratore delegato di As You Sow, la società che assieme a Corporate Knights, stila la classifica. “Stiamo assistendo alla ‘Grande Transizione’ così come previsto”.

La sovraperformance è guidata da aziende coinvolte nella fornitura di prodotti, materiali e servizi relativi all’efficienza energetica.