La nuova strategia per l'efficienza energetica nel riscaldamento punta su rinnovabili riduzione degli sprechi, ma le grandi utility non vogliono perdere profitti
(Rinnovabili.it) – La Commissione europea sta lavorando a una strategia per l’efficienza energetica attraverso la riduzione degli sprechi nel riscaldamento delle abitazioni e degli uffici. Ma l’idea non piace alle grandi utility, che temono un calo delle vendite.
Entro febbraio 2016, Burxelles intende formulare raccomandazioni su riscaldamento e raffrescamento, al fine di aggiornare la legislazione ed eventualmente elaborare nuove direttive. In cinque issue papers ottenuti da Reuters, l’esecutivo europeo presenta le opzioni per convertire il settore a sistemi alimentati ad energie rinnovabili e teleriscaldamento. I documenti affermano che l’uso delle fonti energetiche rinnovabili in impianti di riscaldamento dovrebbe essere potenziato con misure fiscali, appalti investimenti pubblici per stimolare lo sviluppo dei mercati.
«Siamo convinti che in Europa possiamo fare molto meglio di oggi, dal momento che stiamo spendendo quasi il 40% della nostra energia in riscaldamento e raffrescamento», ha detto il Commissario europeo per l’Unione energetica, Maroš Šefčovič. Al momento, L’energia rinnovabile rappresenta il 26% della produzione elettrica nell’Unione europea, ma conta appena per il 16,4% se si considerano solo riscaldamento e raffrescamento.
Ma il tentativo di Bruxelles si scontra contro i colossi che hanno in mano il mercato: EDF, E.ON ed Enel, già impegnate a diluire il più possibile il passaggio alle rinnovabili, temono che una quota maggiore di queste fonti nel riscaldamento, e un passaggio al cosiddetto collective heating, ridurranno ulteriormente la domanda di energia. E di conseguenza intaccheranno i loro profitti. La richiesta di questi gruppi, impegnati a mettere in piedi una campagna di pressione che nelle prossime settimane investirà i funzionari europei, è completamente diversa: vogliono una elettrificazione e un riscaldamento attraverso impianti centralizzati, sia rinnovabili che nucleari.
Per le centinaia di utility municipalizzate che gestiscono le reti locali di riscaldamento ed energia elettrica in Europa, questa strategia non ha senso. Gert De Block, capo della Federazione europea delle società energetiche locali (CEDEC), ha dichiarato che «L’elettrificazione di larga scala del riscaldamento e raffrescamento non sembra fattibile sul piano economico, né su quello ecologico».