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Un terzo degli elettrodomestici non rispetta le norme UE su stand-by

Ogni anno in Europa sprecati 1 miliardo di euro dagli apparecchi elettronici domestici, favorendo l’immissione nell’ambiente di 3,6 milioni di tonnellate di CO2

Un terzo degli elettrodomestici non rispetta le norme UE su stand-by(Rinnovabili.it) – Sono passati quasi 5 anni dall’entrata in vigore della direttiva europea che chiede ai nuovi apparecchi immessi sul mercato europeo in modalità spenta o stand-by di non superare 1 W di potenza assorbita (o 2 W se la modalità stand-by serve ad illuminare un display che dia informazioni). Eppure ancora oggi un terzo degli elettrodomestici attualmente in vendita non rispetta le nuove norme, superando gli oltre 3 Watt di potenza assorbita da fermo. A riferirlo è oggi Avvenia che si unisce alle lamentele di quanti negli anni hanno evidenziato questa pecca. La società mette in luce come tra gli elementi più energivori in stand-by ci siano le console dei videogiochi, le stampanti laser e le fotocopiatrici che, se costantemente collegate alla presa di corrente, possono sprecare fino al 95% dell’energia assorbita. Seguono poi, osservano gli esperti di Avvenia, i decoder della tv digitale, le macchinette del caffè, i router per Internet e i televisori. E poi ancora i forni elettrici, gli impianti stereo e persino i caricabatterie dei cellulari.

 

Si tratta di “perdite energetiche” che non fanno bene né all’ambiente né al portafogli del consumatore; basti pensare che un televisore costantemente acceso si traduce infatti in una spesa addizionale di almeno 60 euro all’anno e se ci aggiungiamo poi un computer e una console dei videogiochi, le bollette lievitano e lo stand-by può costare a una famiglia anche più di 400 euro all’anno, senza considerare le emissioni di CO2 che lievitano anch’esse. In Europa questo spreco ha cifre precise: 45 TWh, circa l’11% di tutta l’elettricità prodotta in Europa. “Eppure – puntualizzano gli esperti di Avvenia – basterebbe staccare la spina per evitare di sprecare ogni anno oltre un miliardo di euro e ridurre le emissioni di CO2 di oltre 3,6 milioni di tonnellate”.