Un nuovo approccio ha permesso di compiere un primo passo verso lo sviluppo di dispositivi energetici “vivi” che traducono in elettricità le sollecitazioni meccaniche
(Rinnovabili.it) – La ricerca energetica sembra essere sempre più a suo agio nei laboratori di biologia. E dopo l’attenzione risvegliata dai batteri e dalle loro capacità impiegate su più fronti – dai biocarburanti alle fuel cell – è arrivato il momento di un’altra entità biologica: i virus. Gli scienziati del Lawrence Berkeley National Laboratory del Dipartimento dell’Energia americano sono riusciti a sviluppare un processo per la produzione energetica utilizzando virus batteriofagi del tipo M13 che convertono l’energia meccanica in elettricità. Questo tipologia virale è in grado di autoassemblarsi naturalmente in sottili film proteici; dopo averla manipolata geneticamente – sono stati aggiunti quattro residui amminoacidici carichi negativamente ad una estremità delle proteine elicoidali che rivestono il virus – i ricercatori hanno potuto aumentare la differenza di carica tra poli positivo e negativo, e di conseguenza anche la tensione del virus.
Gli scienziati hanno testato il loro approccio progettando un generatore che produce una corrente sufficiente ad azionare un piccolo display a cristalli liquidi. I virus in questo caso si comportano come un materiale piezoelettrico biologico: disposti multistrato all’interno di una sorta di interruttore che misura circa un centimetro quadrato hanno dato energia ad un display con la semplice pressione. Nel dettaglio l’apparecchio sperimentale ha prodotto una corrente di 400 millivolt, circa un quarto la tensione di una batteria AAA. Spiega Seung-Wuk Lee, uno dei ricercatori del Berkeley Lab: “Attualmente stiamo lavorando per migliorare questo proof-of-concept. La biotecnologia ci permette di modificare geneticamente i virus a piacimento, quindi questo metodo potrà essere usato per la produzione di energia nei dispositivi microelettronici del futuro. Un’applicazione possibile, ad esempio sarà la produzione di ‘foglietti’ di virus da inserire nelle scarpe che ricaricano ad esempio un telefono con l’energia sviluppata dai passi”.