(Rinnovabili.it) – Dal 1995 a oggi, l’energy label europeo ha determinato lo sviluppo di prodotti sempre più efficienti sotto il profilo energetico. Un cambiamento che ha portato innegabili benefici: ha ridotto le emissioni e la dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili dell’UE e soprattutto ha fatto risparmiare i consumatori. E a dimostrarlo solo proprio questi ultimi: l’85% degli europei se ne serve nelle decisioni d’acquisto. Ma dopo venti anni l’etichetta energetica ha bisogno di lifting. Ecco perché, come parte della strategia dell’Unione Energy, avviata dalla Commissione nel febbraio 2015, l’esecutivo ha presentato oggi una proposta di revisione delle leggi in materia di etichettatura di efficienza energetica.
“I fatti esprimono più delle parole. Oggi stiamo compiendo un passo decisivo per dare una veste normativa all’obiettivo dell’UE di ridurre almeno del 40% le emissioni entro il 2030”, ha commentato il Commissario responsabile per l’Azione per il clima e l’energia Miguel Arias Cañete.
Per fornire ai consumatori una chiara indicazione del rendimento energetico dei prodotti, che sono attualmente classificati nelle diverse scale (da A a G, da A +++ a D, ecc), e per migliorare il rispetto per i produttori e rivenditori, la Commissione europea è propone un sistema di etichettatura energetica rivisto composto da:
- Una sola scala di etichettatura energetica da A a G
- Una banca dati digitale per i nuovi prodotti ad alta efficienza energetica
Una volta approvata dai colegislatori, la proposta della Commissione sarà applicata sui nuovi prodotti previa registrazione degli stessi da parte dei fabbricanti. Le informazioni saranno accessibili alle autorità degli Stati membri al fine di agevolare i controlli di conformità e aumentare la trasparenza. I prodotti già disponibili sul mercato, invece, saranno venduti come prima. Inoltre i consumatori saranno informati mediante campagne d’informazione specifiche curate dagli Stati membri in collaborazione con i dettaglianti. L’esecutivo UE sosterrà le “azioni congiunte di vigilanza del mercato”, come il progetto “EEpliant” cui partecipano 12 Stati membri. Bruxelles stima che per i fabbricanti e i dettaglianti, l’etichetta energetica riveduta si tradurrà in un aumento complessivo dei ricavi superiore a 10 miliardi di euro all’anno.