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Efficienza energetica: l’Ue investirà 800 mld in 10 anni

Il mercato si orienta verso prodotti e servizi per l’efficienza energetica, ma secondo i ricercatori ciò non basterà a raggiungere gli obiettivi contenuti nella direttiva

Efficienza energetica - l’Ue investirà 800 mld in 10 anni_300(Rinnovabili) – L’Europa investirà 800 miliardi in efficienza energetica, ma non raggiungerà gli obiettivi contenuti nella direttiva. Lo dice un report di Navigant Research, società di ricerca con sede a Boulder, in Colorado. Lo studio prende in esame il mercato europeo di prodotti e servizi di efficienza energetica per edifici residenziali e commerciali. In tutto, gli stabili assorbono il 40 per cento del consumo finale di energia nell’Unione, spiegano gli analisti. Di conseguenza, il settore rappresenta un nodo chiave per gli sforzi di aumentare l’efficienza energetica. Ad influenzare fortemente il mercato, ponendo solide basi per uno sviluppo in questa direzione nei prossimi dieci anni, sono due direttive in particolare: quella sulle performance degli edifici (Epbd) e quella generale sugli obiettivi (Eed). Una normativa stringente – spiegano da Navigant – che indirizzerà spese pari a 791 miliardi di euro per la riqualificazione delle costruzioni dal 2014 al 2023. In realtà gli ambientalisti hanno spesso criticato la direttiva sull’efficienza, rea di non fare abbastanza per migliorare realmente e in fretta la situazione di spreco energetico del Vecchio continente. Eppure, il tetto del 20% entro il 2020 fissato dalla Eed e giudicato “stringente” non verrà raggiunto, secondo la società americana.

 

«In ogni caso giocherà un ruolo importante – dichiara il capo ricercatore Eric Bloom – nell’espandere il mercato dell’efficientamento energetico in tutta l’area».

Infatti il mercato sta reagendo con sempre maggior attenzione verso il tema: lo dimostra la nascita di startup votate allo sviluppo di software per l’efficienza così come la riconversione di aziende o parti di aziende produttrici di hardware “tradizionali”. Il problema, come rivela anche il report, è che il recepimento delle direttive a livello degli Stati membri porta spesso a una diffusione non proprio uniforme e capillare dei dettami contenuti nelle misure prese a livello macro. Gli Stati si differenziano parecchio quanto a completezza di applicazione e soprattutto ambizione dei rispettivi programmi di efficienza energetica. A tirare la carretta, come sempre, ci sono i paesi del nord Europa, leader nelle politiche del settore.