Gli investimenti nell'efficienza energetica in Europa non sono stati organizzati con razionalità. La Corte dei Conti evidenzia il fallimento del settore
A stimolare le nuove politiche il costo dei consumi energetici, l’esaurimento delle riserve di combustibili e le conseguenze dell’attività antropica sul cambiamento climatico caratterizzate però da un rapporto svantaggioso che lega costi e efficacia a svantaggio di quest’ultima.
“Nessuno dei progetti da noi controllati è stato oggetto di una valutazione del fabbisogno e neppure di una analisi delle potenzialità di risparmio energetico in relazione agli investimenti”, ha dichiarato Harald Wögerbauer, il Membro della Corte responsabile della relazione, “Gli Stati membri hanno fondamentalmente utilizzato questi fondi per rinnovare edifici pubblici, mentre il risparmio energetico era, nel migliore dei casi, una finalità secondaria”.
Con un periodo di rimborso degli investimenti compreso tra i 50 e i 150 anni è risultato chiaro che gli investimenti non sono stati pensati in modo razionale visto che i materiali e i componenti hanno tempi di usura inferiori alla durata delle componenti.