In particolare, secondo Edison, il potenziale risparmio di energia elettrica che si avrebbe in Italia è di 22.800 GWh nel settore industriale (il 41% rispetto ai consumi attuali), 20.240 GWh nel settore residenziale (pari a un risparmio del 36%), _12.000 GWh nei servizi _(-22%), 333 GWh nell’agricoltura (-1%).
Lo studio inoltre, rivela che i maggiori impieghi energetici del Belpaese deriverebbero principalmente dal settore residenziale e terziario per il 32,4% dei consumi elettrici, (la voce di maggior peso sui consumi è il riscaldamento, dove si potrebbe intervenire proprio sull’efficientamento delle caldaie e sull’isolamento degli edifici), dai trasporti per il 32,2%, (dove sarebbe necessaria un’implementazione della mobilità su rotaia e della viabilità pubblica su gomma, allo scopo di diminuire il traffico urbano e quindi il consumo della fonte primaria), industriale per il 27,3% (la cui riduzione dipenderebbe da interventi di ‘energy saving’ e dall’installazione di motori ad alta efficienza) ed infine, il comparto agricolo che pesa per il 5,8%.
Il miglioramento dell’efficienza energetica dipende anche dalla scelta delle fonti di produzione di energia elettrica, dato che presentano diversi livelli di rendimento. Nel termoelettrico, il rendimento medio è attorno al 40%, nel ciclo combinato è al 50% con punte del 56% contro il 30% di una centrale tradizionale. Con la cogenerazione si può raggiungere un rendimento del 70-85%, che sale all’80-85% se si sfrutta a dovere l’idroelettrico, che tra le fonti rinnovabili è quella a più alto rendimento.