(Rinnovabili.it) – Siamo stati bravi, ma per raggiungere il target 2020 resta ancora molto da fare. Il quarto rapporto nazionale sull’efficienza energetica, redatto dall’Enea e presentato stamattina al Ministero dello Sviluppo Economico, racconta un’Italia fatta di buone pratiche, ma anche di sprechi e situazioni di stallo che necessitano un rinnovato sforzo normativo ed economico. Il lavoro dell’Agenzia è stato quello di monitorare e valutare l’impatto delle politiche adottate a livello nazionale per l’intero settore. In particolare, le ricadute del D. Lgs. 102/2014 e i Piani d’Azione per l’Efficienza Energetica (PAEE) 2011 e 2014.
Efficienza energetica: promossi e bocciati
I dati dell’analisi, relativi all’anno 2013, dicono che il nostro Paese ha risparmiato 7.55 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti l’anno, pari a più di 2 miliardi di euro di importazioni di gas e petrolio. Questo ha permesso di evitare la produzione di 18 milioni di tonnellate di CO2. Inoltre, grazie al solo meccanismo delle detrazioni fiscali, i cosiddetti ‘ecobonus’, oltre 2 milioni di famiglie hanno investito 22 miliardi di euro per riqualificare energeticamente le proprie abitazioni, nel periodo di riferimento che va dal 2007 al 2013. Tutto ciò ha generato un indotto di 40 mila occupati in media l’anno.
Rispetto a quanto fissato dal PAEE 2014, è stato raggiunto oltre il 20% dell’obiettivo di efficienza previsto per il 2020, che diventa il 70% rispetto al target 2016. A tirare la volata sono i settori residenziale e industriale, mentre rimangono al palo trasporti e agroalimentare. Comparti nei quali, spiega il Commissario dell’Enea Federico Testa, si può fare di più: «Abbiamo tutte le competenze scientifiche per sviluppare una filiera realmente ‘smart’ – ha dichiarato – ma ad un patto. Non dev’essere soltanto il pubblico a investire, serve l’apporto del privato. Bisogna creare un terreno fertile per facilitare l’erogazione di finanziamenti da parte del sistema bancario». Il quale, come è noto, è piuttosto parco nel concederli, e chiede garanzie che oggi si possono permettere in pochi.
Superare la diffidenza del settore bancario
Secondo un’indagine dell’ABI, contenuta nel rapporto, l’86% degli istituti di credito ha messo a punto prodotti dedicati all’efficienza, ma per sbloccare realmente i finanziamenti occorrono linee guida per la replicabilità dei progetti, così come audit e rating per valutarne la qualità. Per sbloccare la situazione, sono state messe in moto due strategie: è nato un fondo pubblico di garanzia pubblico (con il D. Lgs. 102/2014), che dovrebbe contribuire a tranquillizzare gli istituti di credito, e l’Enea ha deciso di assumere un ruolo attivo nel processo: non più soltanto coordinatore, ma garante – attraverso un meccanismo di certificazione – della qualità dei progetti in attesa di finanziamento. La paletta verde dell’Agenzia potrebbe rappresentare un ulteriore zuccherino per il settore bancario.
Un nuovo quadro normativo per l’efficienza energetica
Anche il Ministero dello Sviluppo economico si muoverà per accelerare l’adozione di piani di efficienza energetica: le prossime mosse prevedono, secondo la direttrice generale del mercato elettrico al MiSe, Sara Romano, «la pubblicazione, entro il 28 giugno, delle nuove linee guida per la certificazione energetica degli edifici. Con questa mossa abbiamo inteso evitare una balcanizzazione delle regole, istituendo degli standard validi per tutto il territorio nazionale». Per quanto riguarda l’analisi dei progressi e gli scenari futuri dell’efficienza, la dg ha lodato la prossimità all’obiettivo 2016, ma anche sottolineato che «l’indice di intensità energetica è rimasto statico, dunque dobbiamo lavorarci». Oltre alle performance altamente perfettibili nel settore trasporti e terziario, ha aggiunto che «l’edilizia ha ancora un potenziale inespresso enorme: potremo risparmiare 5 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti».
Una stoccata, Sara Romano, l’ha riservata anche a chi si nasconde dietro alla eccessiva burocratizzazione per evitare spese nel campo dell’efficienza: è il caso di molte imprese, il cui parere è emerso dai risultati di un’indagine ENEA/Confindustria contenuta nel rapporto. Essa evidenzia come oltre il 33% delle imprese intervistate intenda investire in efficienza energetica nei prossimi tre anni, anche se più del 90% del campione chiede meno burocrazia, semplificazione normativa e un quadro finanziario più stabile. «La regolazione va implementata – ha commentato la dg del mercato elettrico – fino ad oggi siamo andati avanti in maniera ‘artigianale’. Ma attenzione a calcare la mano sulla semplificazione eccessiva. Dobbiamo produrre regole serie, non soltanto eliminarne».