I Ventotto potrebbero mancare di due punti percentuali il target sul risparmio energetico al 2020. Debole anche l'obiettivo 2030, che potrebbe venir decurtato dall'originale 40% a solo 27%
(Rinnovabili.it) -L’Unione Europea non riuscirà a raggiungere entro la fine del decennio il suo obiettivo d’aumentare del 20% l’efficienza energetica nei consumi finali. A dar notizia del “fallimento comunitario” in fatto di risparmio energetico è la stessa Commissione UE in un progetto di comunicazione ottenuto in esclusiva da EurActiv. Secondo il documento dell’Esecutivo europeo, gli attuali sforzi degli Stati membri permetteranno di ottenere, al 2020, complessivamente un’efficienza del 18-19%. In altre parole la mancata obbligatorietà del target ha a tutti gli effetti rallentato l’impegno dei Ventotto, gettando deboli basi anche per il futuro obiettivo 2030 per l’efficienza energetica.
Ma non tutto sarebbe perduto; secondo quanto scrive Bruxelles sulla bozza di documento sarebbe ancora possibile raggiungere il 20% a patto che “tutti gli Stati lavorino sodo per dare piena attuazione alla nuova normativa approvata”. Questi sforzi potrebbero includere una migliore informazione dei consumatori in merito al rendimento energetico degli edifici in vendita o in affitto, l’obbligo per le utility a lavorare con i propri clienti per ottenere risparmi energetici, e il rafforzamento della sorveglianza nel mercato dell’efficienza energetica. La comunicazione, che dovrebbe essere ufficializzata a breve, riporterebbe anche il nuovo target per il risparmio energetico del pacchetto clima –energia 2030; e ancora una volta si parlerebbe di ambizione al ribasso: nonostante l’insistenza del commissario UE dell’energia, Günther Oettinger, perché sul tavolo ci fosse fin da subito una proposta vincolante, il nuovo target sull’efficienza energetica rimane opzionale e potrebbe addirittura esser stato ridotto dal tanto sperato 40% ad un ridicolo 27-28%.
Tra i sostenitori di questa versione annacquata c’è la Gran Bretagna che tramite un funzionario del suo Dipartimento sui cambiamenti climatici ha recentemente affermato: “un target di efficienza vincolante non sarebbe accettabile dal Regno Unito in quanto potrebbe obbligare gli Stati membri dell’UE ad attuare misure che non siano costo-efficaci e con conseguenze negative per il prezzo del carbonio”.